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  1. .
    Boji indirizzò uno sguardo poco interessato ai feriti, aspettò che due fulmini si scontrassero per non essere interrotto e parlò.
    Lorsignori si aspettano forse che io discenda questa china? Si facciano forza, sarò ben lieto di prestare le necessarie cure a chicchessia... Quassù.

    Con somma soddisfazione del Dottore, due fulmini si schiantarono andando a frantumare alcune rocce a poche centinaia di metri dal sentiero, ma solo dopo che lui ebbe terminato di parlare.

    Boji si rivolse quindi al Capitano l'Estant.

    Comandante l'Estant, vi compiace forse condividere la ragione di questa nostra notturna permanenza su un umido sentiero?

    Umido e freddo mon Capitain, con rispetto parlando Aggiunse Pierre.

    Il Dottore ignorò il commendo del nano e si rivolse invece a tale Estors.

    Quanto a voi, gentiluomo, mi rechereste sommo gaudio nel chiarire la ragione per la quale il Signor Dush sembra tanto deliziato all'idea di arrecarvi una prematura quanto dolorosa morte?

    Un ennesimo scambio di fulmini troncò la sua ultima frase.

    LA VOGLIAMO SMETTERE PRIMA CHE IL CIELO CI CADA SULLA TESTA?! Tuonò rivolto genericamente nella direzione da cui proveniva un fulmine.
  2. .
    Boji e Lhun Zylvara camminavano in religioso silenzio nelle lunghe ombre della sera.
    Il Dottore era sempre stato taciturno di natura, per quanto si sforzasse di frequentare eventi mondani, tuttavia questo particolare mutismo lo metteva a disagio.
    Avrebbe preferito che Lhun Zylvara lo riempisse di domande, in modo che lui potesse in qualche modo chiarire quanto era successo, ma lei procedeva guardando ostinatamente davanti a se, come se avesse difficoltà nell'incedere, cosa che lui sapeva non essere affatto vera, i Drow vedevano benissimo al buio e lei era per metà appartenente a quella razza.
    Fu seguendo lo sguardo di lei che si rese conto di una figura tozza, che avanzava lungo il sentiero incespicando ed imprecando.

    Signor Pierre, vi siete perso? Domandò sperando che la presenza del nano non fosse indice di gravi eventi.

    Put... Vach... Mère... Dottor Downan! Le Capitain la vuole sulla costa, lungo questo sentiero, ci sono... Cose che deve vedere.

    Boji inarcò un sopracciglio ma non commentò, aveva fretta di togliersi da quella situazione imbarazzante e Vis gliene aveva appena dato l'occasione.
    Si avviò quindi a lunghe falcate nella direzione indicata dal nano, senza curarsi di Lhun Zylvara e Pierre, che non riuscivano a stare al passo con la sua andatura decisa anche se leggermente claudicante.
    Mentre camminava, tentò di rassettarsi i capelli in modo da eliminare gli ultimi rametti che vi erano rimasti incastrati.
    Impiegò meno di mezz'ora per raggiungere una china, sulla quale si ergevano Vis, un bifolco locale e quello che aveva tutta l'aria di essere un giullare, tutti e tre impegnati a guardare di sotto.

    Felice serata Comandante l'Estant...
    Uno scontro fra due fulmini sconvolse il cielo stroncando la frase.
    Boji rivolse uno sguardo seccato al cielo, quindi si rivolse ancora ai presenti.
    Ed i miei rispetti a lorsignori, ho l'onore di essere il Dottor Downan, medico di bordo dell'illustre Capitano Vis Revar l'Estant, qui presente.

    Un altro tuono strappò il cielo scuro, squassando la notte incombente.
    Boji sbuffò chiaramente seccato per le continue interruzioni, quindi volse lo sguardo verso il fondo della china, ove erano ammassati i corpi di alcuni uomini che indossavano ridicole armature e si muovevano come comari isteriche.

    Vis parlò con tono vagamente divertito.
    Dottor Downan, vi ho disturbato poiché costoro, noti come i valorosi cavalieri dello Gné, abbisognano delle vostre arti, a seguito di un increscioso incidente.

    In quella intervenne una delle figure in armatura. Il braccio! Mi sono rotto il braccio, qualcuno mi aiuti vi prego!

    Boji si rivolse quindi all'uomo dalla barba bionda che gli era parso un giullare.

    Come hanno fatto questi imbecilli a cadere di sotto? Sono forse lorsignori membri della vostra compagnia teatrale?
  3. .
    I passi pesanti della sua corsa risuonavano nella foresta.
    Boji amava correre, per quanto detestasse farlo in forma umana.
    Ora le sue quattro zampe lo proiettavano in avanti ed i suoi muscoli godevano dello sforzo, non come quando era umano e zoppicava per la vecchia frattura alla tibia.
    Le ombre della sera erano ormai lunghe tra gli alberi e lui decise di aumentare ulteriormente il ritmo, raggiungendo il luogo dell'appuntamento trafelato ed ansante.
    Con un tuffo al cuore vide, accanto ai suoi abiti, un'atterrita Luhn Zylvara.

    La mezz'elfa, preoccupata per il ritardo del Dottore aveva deciso di aspettarlo nei pressi dei vestiti, che aveva accuratamente piegato.
    Lui non ne sarebbe stato felice, al dottor Downan non andava mai bene come gli altri piegavano i vestiti, come parlavano, come combattevano, in effetti non gli andava mai bene niente.
    Diversi pirati erano irritati dai suoi continui commenti, ma bisognava ammettere che, almeno sulla sua materia e sull'arte di uccidere, il Dottore era un'autorità che andava rispettata.
    Aveva ancora davanti agli occhi l'arrembaggio alla Vagar Tynisia, un ricco mercantile sul quale Downan era imbarcato come medico di bordo.
    Era stata una facile carneficina, la maggioranza dei marinai si era arresa senza combattere.
    La prima volta che aveva visto Boji Downan non le era parso niente di particolare, un giovane umano vestito come un damerino, che reggeva un'ascia tenuta verso il basso, accanto alla gamba, con l'aria di chi non aveva idea di come si usasse.
    Ricordava Rob'hetier, il più potente guerriero che la ciurma di Vis Revar avesse mai avuto all'effettivo.
    Era un Drow di dimensioni straordinarie, una stazza del tutto paragonabile a quella di Radam, ma accompagnata da un cervello svelto quanto le sue movenze.
    Quando qualcuno faceva resistenza, il capitano mandava avanti Rob'Hetier, che lo sfilettava con le sue due spade e la ciurma si arrendeva.
    Lo fece anche quella volta e Lhun ricordava di essere rimasta stupita, perché l'umano rimaneva fermo, il viso leggermente inclinato da un lato, come uno stupido, e sorrideva.
    Aveva un sorriso malevolo, leggermente sghembo per via di una cicatrice al viso e due occhi che sembravano accesi di fiamme.
    Ricordò di aver pensato che somigliava terribilmente all'espressione del Capitano l'Estant.
    Poi accadde.
    Rob'hetier attaccò, rapido come la folgore, per questo fu così difficile da metabolizzare.
    Downan si era spostato di pochi centimetri, quel tanto che bastava a togliere bersaglio alla lama del Drow, il suo corpo si era mosso sinuoso come un'onda, mentre il bacino spostava e ruotava il busto, per eludere l'attacco, il moto rotatorio imprimeva forza al braccio.
    Un solo colpo, alla tempia, il cranio di Rob'hetier si fracassò ed il suo corpo cadde fulminato.
    Quasi a sottolineare la naturalezza del gesto, l'uomo aveva strappato la spada dalle mani del cadavere prima ancora che toccasse terra.
    Il sorriso non aveva mai abbandonato il suo viso, mentre roteava la spada in aria, come a volerne saggiare il peso.
    Ricordò di aver provato terrore in quel momento.

    Ma quel terrore era nulla paragonato a quanto stava provando ora.
    Aveva deciso di sincerarsi delle condizioni del Dottore, non che fosse in pena per lui, ma il Capitano ci teneva e lei era fedele a Vis Revar, tuttavia l'ultima cosa che si aspettava era quella.
    Un colossale orso dal pelo irsuto era apparso all'improvviso dalla macchia, in corsa piena verso di lei.
    Aveva zampe enormi, con artigli impressionanti e denti terribili, snudati nella bocca aperta.
    Luhn era paralizzata dall'orrore.
    La bestia si fermò non appena la vide e si erse sulle zampe posteriori.
    Era enorme.
    La mezz'elfa si sentì mancare, mentre la sua mente, allenata da tanti anni di viaggi, non riusciva a pensare ad altro se non che qualcosa non tornava, quel predatore era troppo grosso per quell'ambiente, come poteva trovare selvaggina sufficiente?
    Non era possibile, dunque aveva avuto la sfortuna nera d'incappare in un grosso maschio di passaggio, chissà, forse lo stesso aveva fatto anche sparire il Dottore, del resto quale persona sana di mente si sarebbe inoltrata fra quegli alberi senza vestiti né armi?
    Il Dottore era bell'e spacciato, il Dottore...
    L'orso si lasciò cadere pesantemente sulle zampe anteriori, il grosso muso ansante a meno di un metro da lei.
    Aveva uno sfregio che partiva dall'angolo della bocca e correva fino all'occhio sinistro, si scoprì a fissarlo, mentre udiva il proprio cuore batterle nelle tempie.
    Quegli occhi, quegli occhi avevano qualcosa di famigliare.

    Notando che la mezz'elfa lo osservava, gli occhi, l'uno rosso, l'altro giallo, sgranati in un'espressione di terrore e stupore, come se avesse intravisto un mistero, Boji si lasciò cadere sul tergo.
    Luhn Zylvara scoppiò improvvisamente a ridere, una risata inaspettata, quasi a voler sfogare in qualche modo l'adrenalina.
    L'orso aveva assunto una posa incredibilmente comica, seduto a quel modo sembrava un gigantesco e letale cucciolone in attesa di farsi grattare dietro alle orecchie.
    Per di più aveva assunto una posa grottesca col muso, leggermente reclinato a sinistra, come in posa interrogativa.
    La risata le morì in gola.
    Per quanto assurdo potesse sembrare, era esattamente la stessa espressione che aveva visto sul viso del Dottore il giorno in cui aveva massacrato Rob'heter e gli altri.

    Dottor Downan?
    Le riuscì in un filo di voce.
    L'orso crollò all'indietro, come colto da un improvviso dolore.

    Boji sentì le dita della mano che tornavano al loro posto e si rialzò faticosamente, stremato dal dolore della trasformazione.
    La sua voce era stanca.
    Signorina Lhun Zylvara, tutto questo è quantomai inappropriato, voi non dovreste essere qui.

    La mezz'elfa dall'incarnito bigio si riscosse improvvisamente, probabilmente rendendosi conto che lo stava fissano nella sua nudità e gli porse i calzoni.

    Boji avrebbe voluto mandarla via, ma era troppo imbarazzato per parlare, così le permise di passargli gli indumenti malamente piegati che giacevano a terra.
    Non era affatto elegante che lei lo vedesse così, nessuno avrebbe dovuto vederlo nudo, ancor meno nella sua forma naturale, nella quale si sentiva ben più esposto.
    Quando qualcuno lo vedeva in forma d'orso era come se vedesse la sua anima, un privilegio che lui non amava concedere.
    Dopo aver sospeso l'ascia al cinturone, Boji spazzò con la mano un singolo ago di conifera dalla spalla della giacca, come se questo avesse potuto sopperire ai suoi capelli disordinati, o al fatto che Luhn Zylvara lo avesse visto in forma naturale.
    Vis le dava gran credito tutto sommato, era la sua linguista e godeva di una posizione di rilievo nella ciurma, ma non sapeva molto di lei a parte questo.

    Fu lei a parlare, rompendo l'imbarazzato silenzio.
    Probabilmente dovremmo... Ecco... Rientrare Dottore.

    Non era una donna di molte parole, ma lui le fu grato per quelle, poiché avevano interrotto uno dei momenti più imbarazzanti della sua vita.
    Avete ragione signorina Luhn Zylvara, il Comandante l'Estant si starà domandando dove siate finita.

    Non era così probabile, meditò mentre riprendevano il sentiero del villaggio, nelle ombre di una sera inoltrata.
    Vis era un curioso, sicuramente ora stava vagando per la penisola in cerca di qualcosa che risvegliasse l'interesse del suo cuore morto.
  4. .
    Boji allungò la mano destra mostrando il palmo nella direzione dell'immondo corno, in un gesto di cordiale rifiuto.
    Offerta invero generosa e senz'altro di apprezzabile ospitalità la sua, ma accettare una pinta prima del pasto, signora, sarebbe oltremodo fuori luogo per un uomo di scienza quale io mi ritengo.
    declino dunque con sommo garbo.

    La donna lo osservò con espressione incerta, probabilmente più per via della complessa dialettica del Dottore che per il suo rifiuto della birra che lei stessa sapeva essere pessima.

    Quando i villici riferirono dello scontro fra stregoni, l'uomo ed il vampiro si scambiarono uno sguardo ironico.
    Ma dove erano finiti!?

    Alla domanda di L'Estant sul problema degli stregoni, il sindaco si strinse nelle spalle.
    Capitano sa, al momento il nostro problema sono le mucche, gli stregoni disturbano la quiete e le galline ogni tanto non depongono le uova per lo spavento, ma in fondo in fondo non è che siano tutto questo danno...
    La perdita della mandria invece...

    Invece di finire la frase, l'uomo tirò un tragico sospiro di scoramento.

    Il dottore mosse un paio di passi verso il comandante della nave, ora i due erano separati da chiunque altro.
    Vis, io ho fame, vado a fare una "passeggiata"
    Sussurrò rinunciando alle formalità, come facevano nelle rare occasioni in cui si trovavano soli.
    Il vampiro annuì piano.
    Divertiti, ma non mi ammazzare qualche zotico di qui e portati Lhun Zylvara, non vorrei che qualcuno trovasse i tuoi vestiti e cominciasse a fare strani pensieri.
    Il capitano alzò quindi la voce in modo che tutti i presenti potessero udirlo.

    Monsieur le Mayor, immagino di poter porre rimedio alle vostre tribolazioni, il mio fido Dottor Downan qui condurrà una rapida ricognizione della zona, cosicché noi si abbia un'idea della situazione, nel contempo io ed i miei valorosi ed onesti marinai godremo volentieri delle gioie offerte dalla vostra generosa ospitalità

    Un vero covo di nequizie capitain... Commentò Pierre sarcastico.

    Boji si congedò con un cenno del capo ed uscì, accolto dal sinistro rombo di un tuono scagliato dall'invisibile stregone di destra.
    Nel passare accanto alla mezz'elfa, si rese conto che Luhn Zylvara si era leggermente ritratta, a disagio in sua presenza come tutta la ciurma.
    Sospirò e per un istante pensò di portare con sé Radam, che per lo meno non lo temeva, o Dush che era troppo fiero per dare a vedere la sua inquietudine.
    Quale inquietudine potesse poi provare un morto era un mistero.
    Ma Dush avrebbe potuto servire a l'Estant in caso di problemi, mentre Radam avrebbe probabilmente sbagliato anche il semplice compito che gli si prospettava.
    Con un sospiro si risolse a rispettare l'ordine di Vis.

    Signorina Zylvara, vi prego di seguirmi, è volere del Comandante l'Estant che voi mi scortiate in una breve passeggiata.
    La mezz'elfa annuì piano, abituata agli eccentrici ordini del Capitano ed ormai usa al fatto che questi spesso si manifestassero per bocca del Dottore.
    Non le era chiaro come il rapporto fra quei due si fosse saldato in così poco tempo, in qualche modo era come se il Dottor Downan comprendesse il Capitano meglio di tutti loro, che pure ne avevano condiviso la rotta per molti anni.
    Boji si avviò verso il margine del villaggio con passo spedito, sforzandosi di non correre.
    Ogni parte del suo corpo fremeva di disagio e trepidante attesa.
    Ormai era un intero mese che viveva segregato in forma umana, non bramava altro che rotolarsi in un prato, sentire la corteccia di un albero sulla sua pelliccia ed il sapore del sangue fresco sul suo umido tartufo.
    Luhn Zylvara gli trottava dietro, faticando a rimanere al passo con le sue lunghe falcate, in religioso silenzio.
    La linguista non parlava quasi mai, cosa davvero insolita per una persona che di mestiere esercitava l'arte oratoria, ma Boji era un solitario di natura e sapeva rispettare il silenzio degli altri.
    Finalmente il sentiero fangoso che dal villaggio s'inrepicava sull'erta costiera si perse nella macchia boscosa, irta di conifere e massi coperti di muschi.

    Boji scelse un imponente affioramento roccioso, che occludeva alla vista qualunque cosa vi fosse al di la e si fermò.
    Signorina Zylvara, voi siete arrivata. Parlava in tono urgente, consapevole della necessità di spiegarsi, ma ebbro del desiderio di tornare nella sua pelliccia. Sentirete dei rumori,ignorateli! Aspettate che i rumori cessino, contate fino a cento e poi superate questo affioramento.
    Ivi troverete i miei effetti. Vi prego di recarli seco quando tornerete alla nave.
    Al tramontare del sole fatevi nuovamente trovare qui, lasciando i miei effetti laddove li avrete prelevati.
    Vi è chiaro?


    La mezz'elfa alzò un sopracciglio, assumendo una comica posa interrogativa. Per nulla Dottor Downan... Ma ho compreso le istruzioni.

    Boji annuì, aveva fretta, una dannata fretta, il colletto della giacca sembrava volerlo strangolare, i calzoni gli prudevano sulle gambe.
    Tanto vi basti!

    Quasi correndo superò l'affioramento e lasciò cadere la cintura delle armi.
    Si spogliò con urgenza, scordando di piegare i suoi vestiti con la cura che normalmente vi avrebbe dedicato e gettandoli a terra in un modo che in altri momenti avrebbe lui stesso definito oltraggioso.
    Quando fu finalmente nudo, un dolore terribile lo attanagliò.
    sentì i muscoli del suo braccio destro crescere a dismisura ed imporre all'osso una pressione terribile, fino a quando l'omero non si frantumò strappandogli un urlo d'agonia.
    Il bacino si fratturò con uno schianto, facendolo cadere prono, le costole si spezzarono verso l'interno, mentre l'omero si ricomponeva di svariate taglia più grande, scavando dolorosamente il suo spazio fra i muscoli in mutamento.
    Boji urlò con quanto fiato aveva in gola, gli occhi colmi di lacrime, mentre le sue mani artigliavano inutilmente una zolla d'erba.
    Il suo straziante grido di dolore fu bruscamente interrotto dalla mascella, che si spezzò per riposizionarsi dolorosamente, mentre la lingua gonfia penzolava fuori da una bocca troppo piccola per contenerla.
    Improvvisamente la zolla d'erba si scalzò dal terreno, mentre gli artigli di Boji affondavano in profondità.
    Il dolore era cessato e lui dette sfogo alla sofferenza subita alzandosi in piedi per gridare tutta la sua frustrazione.
    Ma dalla sua bocca uscì un ruglio terrificante, che pietrificò l'intera foresta.
    Poteva perfino fiutare il terrore di Lhun Zylvara che ascoltava da dietro le rocce, ignara di quanto stesse accadendo.
    Laddove poco prima vi era il dottore, ora si ergeva un gigantesco orso bruno, alto undici piedi e dal peso di almeno mille e quattrocento libre.



    Folle di gioia, Boji si lasciò cadere sulle zampe anteriori e corse lontano, nella macchia.
    Sentiva i profumi delle erbe, il pungente e succulento lezzo della selvaggina, promessa di ogni bene, e poi il profumo dell'acqua, perché in forma umana l'acqua non aveva odore?
    Si sollevò sulle zampe posteriori e si lasciò cadere contro un grosso pino per grattarsi la schiena, avvertendo il delizioso tocco della ruvida corteccia sulla pelliccia.
    L'albero scricchiolò pericolosamente sotto il suo peso, ma resse.
    Non avrebbe saputo dire per quanto tempo aveva vagato senza meta, correndo senza motivo e godendo di tutti i sapori e gli odori del bosco, ubriaco di sensazioni.
    Quel posto era un vero paradiso.
    La selvaggina era abbondante e spargeva fra gli alberi un caleidoscopio di odori squisiti, mentre la concorrenza era quasi assente.
    L'accidentato bosco era infestato da un branco di grossi ed ispidi lupi grigi, che fuggivano terrorizzati dal grosso predatore che sembrava essersi materializzato nel loro regno.
    Boji godette di quella sensazione di potere, i lupi non avrebbero avuto una possibilità contro di lui neppure se lo avessero attaccato tutti assieme.
    Poi alle sue narici giunse il cattivo odore di un fuoco.
    Uomini.
    Rallentò la sua corsa e prese a muoversi cauto, attento a dove posava quelle grosse zampe per non provocare rumori indesiderati.
    Aveva promesso a Vis che avrebbe dato un'occhiata agli "uomini cornuti", glielo doveva.
    L'orso rimase celato nell'ombra del limitare del bosco, osservando con occhio predatorio gli ignari uomini.
    I predoni erano una cinquantina, trenta erano combattenti, dotati di cotte di maglia di scarsa fattura, asce, spade e lance, il resto erano donne e bambini.
    Probabilmente si trattava di una tribù trasferitasi da poco, il loro campo era infatti molto raffazzonato, con capanni costruiti malamente con parti di barche e teli di stoffa, ma vi erano già le fondamenta di un paio di case di pietra in costruzione, segno che era loro intenzione restare.
    L'occhio da vecchio mercenario di Boji individuò una palizzata di legno ancora in costruzione e, ovviamente, sui caratteristici elmi cornuti descritti dallo scemo del villaggio.
    L'accampamento sorgeva su di una piccola spiaggia pietrosa, sulla quale erano anche tirate in secca due lunghe navi dalle vele ripiegate.
    Un delizioso profumo gli confermò che nelle vicinanze vi era una mandria di mucche.
    Un brontolio allo stomaco lo convinse di aver visto a sufficienza e lui scomparve nel bosco.
    Poco distante aveva fiutato un cervo, era certo che anche questo lo avesse rilevato, ma lui era più veloce e più resistente, non vi era ragione per cui avrebbe potuto fallire.

    Quando finalmente si fu cibato a sazietà, sollevò il muso dalla carcassa insanguinata, concedendo i resti del suo pasto ai lupi, che da un po' lo osservavano.
    Nessuno di loro osò avvicinarsi fino a quando lui non si fu allontanato, un apprezzato gesto di rispetto che si era guadagnato con un paio di dimostrazioni di forza ai danni dei più audaci del branco.
    Il cielo plumbeo aveva perso ulteriormente colore, un brutto segno.
    Il cervo era stato abile e la caccia così piacevole da fargli perdere la cognizione del tempo, il tramonto era maledettamente vicino.
    Prese a correre a perdifiato verso il luogo dell'appuntamento, temendo di essere in ritardo.

    Edited by Dahu - 20/3/2020, 09:07
  5. .
    Boji seguì la conversazione fra i due ritardati con malcelato divertimento, lo affascinavano quelle menti semplici e genuine.
    Indossava una giacca blu notte con colletto in cuoio nero, impreziosita da arabeschi e cordoni neri anch'essi, stretta da lucidi bottoni d'argento.
    I pantaloni da cavallerizzo, dello stesso colore, erano rinforzati da inserti di cuoio nell'interno coscia ed infilati in un lucido paio di stivali neri a sbuffo.
    Nel complesso era ampiamente più elegante perfino del Capitano, per quanto le sue armi, più attrezzi da macellaio che ornamenti, mettessero in chiaro come non fosse lui il gentiluomo in comando.
    Al termine dello scambio di opinioni, Boji si avvicinò a Vis e gli soffiò poche parole nell'orecchio, in modo che solo lui potesse udirlo.

    -Sembrerebbe che si prospetti una caccia Comandante l'Estant...
    Proporrei di occuparcene, voi ed io, dopo il letargo mi sveglio con la voglia di sgranchire le zanne ed anche voi avrete fame...
    Ma se dovessero godere di un simile spettacolo questi villici, come la ciurma del resto, avrebbero incubi per tutta la vita.


    Un ghigno di crudele aspettativa si profilò sul suo viso, mentre si allontanava di un passo dal vampiro.
    Quando incrociò lo sguardo di Pierre, il nano lo distolse a disagio.
    Anche Luhn Zylvara evitava di guardarlo negli occhi, come la maggior parte della ciurma del resto.
    Sulla nave gli unici a non temerlo erano Radam, poiché era un idiota, ed il Capitano, che per altro era l'unico a cercare volontariamente la sua compagnia, forse perché comprendeva in parte la sua oscurità.
    Si era unito ai pirati da pochi mesi ed aveva salvato le vite di molti di loro grazie alle sue conoscenze mediche, ma non era davvero uno di loro.
    Tutti ricordavano quando lo avevano conosciuto, quando la sua furia era stata diretta contro di loro e lo temevano, come se all'improvviso avesse potuto decidere di dirigere nuovamente la sua ferocia sulla ciurma.
    A pensarci era una cosa grottesca, poiché il loro amato Capitano era un predatore altrettanto terrificante.

    Volse lo sguardo sui villici.
    Qualora il Comandante l'Estant me ne dia licenza, sappiate che sono disposto a ricambiare la gradita ospitalità di questo villaggio con l'esercizio delle mie arti di medico, lorsignori ne necessitano?
  6. .
    Boji sbuffò irritato alla vista del povero marinaio inchiodato alla paratia.

    Signorina Zylvara, le avevo già spiegato come evitare questa spiacevole situazione!
    In questo caso siamo sopraggiunti il Comandante L'Estant ed io, ma cosa sarebbe accaduto se invece fosse giunto un nemico?
    Come si sarebbe difesa con quella lama infissa nella paratia?!

    La rimproverò seccato, mentre lei occhieggiava fra lui ed il capitano, intento a liberare la lama.

    Uno spruzzo di sangue e cervella la investì quando L'Estant sfondò il cranio del marinaio, abbandonandone il corpo a terra e lei si ritrasse leggermente.

    La prossima volta usi un'arma più corta quando scende sottocoperta signorina!
    Ingiunse imperterrito Boji.

    La mezz'elfa annuì esitante.
    ...Si Dottor Downan... Certo io...
    Poteva usare la porta, Capitano

    Aggiunse rivolta a l'Estant, che nel frattempo aveva divelto parte della paratia.

    Appurato che non vi fosse nulla degno d'immediato interesse in quella stiva, il Capitano riprese il corridoio, scavalcando alcuni cadaveri.
    Boji lo seguì e, per poco, non fu trafitto da un dardo quando l'Estant aprì la porta della cabina del comandante.

    Non è fastidioso quando piazzano queste trappole?
    Domandò il Capitano.

    Boji si limitò ad una scrollata di spalle ed immaginò che, se lui avesse trappolato la propria cabina, ne sarebbe caduto vittima alla prima sbornia.
    I due uomini entrarono nell'angusto spazio ed il dottore dovette scostarsi all'improvviso per evitare un libro che l'Estant gli aveva lanciato con noncuranza.
    Fu sul punto di protestare, non si trattava così un'opera letteraria!
    Poi lesse il titolo e decise di strappare qualche pagina di quella morbida carta per un futuro uso igienico.
    l'Estant era chino su di uno scrigno e Boji sorrise, almeno li avrebbero trovato bottino.
    Non che a lui interessasse particolarmente, aveva vissuto quasi tutta la vita col denaro a mala pena sufficiente a sostenersi e non provava alcun desiderio di ricchezza, ma era anche a corto di spiccioli e non era il tipo da vestire abiti dozzinali, piuttosto avrebbe razziato tutta la costa.

    Un fermaporta?
    Commentò con tono sarcastico quando vide l'Estant estrarre dal contenitore un cilindro metallico.

    Il vampiro lo fulminò con lo sguardo.
    Si tratta di un antico manufatto di fattura nanica DOTTORE...
    l'Estant aveva calcato così tanto l'ultima parola da farla sembrare quasi un insulto.

    Dunque un fermaporte maledettamente antico COMANDANTE
    Rispose lui divertito.

    Il vampiro si alzò di scatto e superò l'amico per uscire dalla cabina.
    Non riuscirete a guastarmi l'umore Dottor Downan, io venderò questo manufatto per una fortuna!

    Boji allargò le braccia in un gesto di resa e si avviò dietro al Capitano.
    Il capo siete voi Comandante l'Estant...
    Ora vogliamo affondare questa bagnarola così possiamo levarci di torno Comandante?


    L'Estant annuì.
    Occupatevene voi Dottore, io vado a vedere come va il trasbordo dei "Mhooo mhoos".

    Boji sogghignò.
    Sapevo di essermi alzato per una buona ragione oggi... SIGNOR PIERRE! POTRESTE USARMI LA CORTESIA DI RECARE SECO DUE PICCHE?

    Il nano, così curiosamente apostrofato, caracollò nella stiva brontolando all'indirizzo del Capitano.
    Capitano, signore, può chiedergli di piantarla di chiamarmi così? Perché mi parla così e perché si comporta come se fosse lui il secondo in comando?! Questo tipo è strano Capitano, strano tanto.

    Vis Revar rivolse al suo nostromo un ghigno predatorio, che solo dopo un'approfondita conoscenza del soggetto poteva essere identificato come un sorriso divertito.
    Ne vuoi discutere con lui Pierre?

    Il nano sgranò gli occhi Gli dèi me ne scampino Capitano, signore!

    Il vampiro ed il dottore si scambiarono un breve sguardo d'intesa, poi il Capitano lasciò la stiva.

    Picche Dottore? Domandò Pierre a disagio.




    La nave era ormai capovolta su un fianco a seguito delle falle aperte dai pirati, quando Boji e Pierre la lasciarono per tornare sul ponte della nave di Vis Revar l'Estant.
    Erano zuppi d'acqua per via delle falle che avevano aperto e trafelati dallo sforzo ma paghi della distruzione che avevano causato.

    Boji volse un cenno del capo al Capitano.
    Se mi date licenza mi ritiro nei miei alloggi Comandante l'Estant.

    Buon riposo Dottor Downan.

    Il dottore scomparve sottocoperta lasciando tutti a domandarsi come potesse definire la sua claustrofobica cabina "I miei alloggi".

    Si prese cura di armi ed equipaggiamento, lasciando poi la corazza ingrassata ed i vestiti lordi di sangue fuori dalla porta, poiché a breve avrebbero preso a puzzare, quindi si lavò accuratamente con un panno umido, rimuovendo ogni traccia di sangue dal suo corpo asciutto, solcato di cicatrici e decorato di così tanti tatuaggi che era quasi impossibile trovare un punto ancora da tatuare.
    Quando fu soddisfatto, indossò una camicia candida a collo alto, di cui omise di inserire gli ultimi due bottoni ed un paio di calzoni di velluto blu notte.
    Si lasciò cadere nella cuccetta quasi a peso morto, l'ascia stretta in pugno, e solo in quel momento permise ai suoi pensieri di vagare.

    Era successo di nuovo, aveva di nuovo perso il controllo in battaglia.
    Lo scontro, il sangue, erano qualcosa da cui dipendeva, qualcosa di cui non si sarebbe mai liberato se non si fosse allontanato quanto prima dal Capitano l'Estant.
  7. .
    Boji sciolse le spalle nel tentativo di scacciare l'adrenalina che lo pervadeva, scorrendo come fiamma nelle sue vene.
    La spada che reggeva nella sinistra si era fatta pesante, volse lo sguardo sulla lama vermiglia, che gli restituì un liquido e sinistro bagliore, per un attimo si vergognò del suo stomaco, che brontolava alla vista del sangue.
    Aveva i denti snudati in un ringhio che di umano aveva ben poco, i suoi occhi accesi di folle ferocia dardeggiavano sul ponte alla vana ricerca di un'altra preda.
    Espirò sonoramente, come a voler stemperare il fuoco che gli ardeva nel petto, poi si risolse ad avanzare alcuni passi sull'assito vermiglio, reso scivoloso dagli umori dei morti.
    Il suo stivale chiodato, schizzato di sangue al pari dei pantaloni e della corazza di cuoio, si posò pesantemente sul torace di un marinaio che giaceva supino.
    La sua mano destra impugnò il manico di legno e lui trazionò, liberando la sua ascia dal costato del morto.
    Il gesto gli strappò un grugnito, seguito da un sospiro seccato.
    Vis Revar stava di nuovo giocando con i prigionieri.
    Boji amava uccidere, ma il suo piacere veniva dal combattimento, non dall'atto in se.
    Al contrario Vis godeva della sensazione di potere, si nutriva del terrore dei suoi nemici ed amava sopra ogni cosa le proprie frasi ad effetto.
    Ignorando la pantomima che il capitano pirata stava inscenando con la tesoriera della nave sconfitta, Boji ripulì le proprie armi sulla casacca di un morto.
    Fu proprio mentre sospendeva l'ascia alla cintola che Vis gli rivolse la parola.

    Allora, vogliamo controllare lo studio dello ei fu capitano di questa bagnarola?

    Lui volse lo sguardo sulla scena di morte che lo circondava, con una strana espressione, quasi un misto di delusione, tedio e ribrezzo.

    Se nessuno dei nostri valorosi compagni d'armi abbisogna delle mie premure, suppongo che al momento sia la meno tediosa delle opzioni Comandante L'Estant.
    Vogliate fare strada.


    Edited by Dahu - 12/3/2020, 06:10
  8. .
    Ciao e benvenuta!
    Ah il coronavirus....
    Il paradiso per ogni gruppo chiuso in quarantena a giocare!

    Magari sarebbe la volta buona per chiudere finalmente quelle tot campagne in tot ambientazioni che tutti abbiamo in sospeso...
    Non fosse che, almeno nel mio caso, il gruppo è in quarantena in tre stati diversi!

    Però va detto che mai periodo fu più adatto al gioco di ruolo, per cui avanti tutta, ancora benvenuta e non vedo l'ora di leggere queste tue ruolate "prolisse"!
  9. .
    Ciao Ali!
    Beh appena ho iniziato a vagare per il forum mi sono reso conto che tutto questo è decisamente nelle tue corde, quindi mi è parso naturale coinvolgerti!
    Io da queste parti faccio un'esperienza quasi nuova, un fantasy dopo anni di cupe ambientazioni distopiche... Ma per te è l'ambiente naturale ;)
  10. .
    Buonsalve a tutti!
    Sono il Dahu, ho 29 anni e vengo da... Beh in effetti vengo un po' dappertutto perché non passo mai periodi di tempo troppo lunghi nello stesso posto.
    Sono appassionato di tante cose nella vita, ma una delle poche passioni che mi accompagnano più o meno da quando ho memoria è il gioco di ruolo.
    Nella mia vita mi sono trovato per la maggior parte del tempo dietro lo schermo, quindi colgo sempre con piacere ogni ghiotta occasione di indossare i panni del giocatore.
    La colpa della mia presenza qui ricade interamente su Dany, che mi ha letteralmente preso per le orecchie e trascinato sul forum (suppongo per maltrattare il mio personaggio visto che le schermaglie verbali fra personaggi di fan fiction sono il nostro più antico vezzo).
    Spero di creare una bella storia e di interagire con il maggior numero possibile di giocatori e personaggi.
    Buon divertimento a tutti!
10 replies since 6/3/2020
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