Alcuni eruditi ritengono che lo sveiru abbia delle parentele con il
lumelixi. La presenza di una coda superiore a ventaglio e una inferiore da lucertola porterebbe – dicono – in questa direzione. Non riescono tuttavia a spiegare perché lo sveiru somigli più a una volpe che a un felino e perché le sue ali siano piumate. Altrettanto problematici risultano il becco e la coppia di code con una singola piuma all’estremità che spunta ai lati di quella inferiore.
Lo sveiru è in gran parte bianco, con l’eccezione delle zampe nere, delle ali grigio-azzurre e delle orecchie azzurre e nere. Dalle spalle due escrescenze simili a nastri. Zampe, testa e orecchie sono pelosi (e accarezzabili senza rischi), il dorso è piumato. Coda esclusa, lo sveiru misura tra i sessanta e gli ottanta centimetri (quindi poco meno di una volpe comune), mentre le sue orecchie sono lunghe circa il doppio e più affusolate. Il becco è piccolo e nero, con un bozzo bianco sull’attaccatura. Gli occhi sono azzurri.
Lo sveiru è estremamente mansueto. Si lascia avvicinare e accarezzare da chiunque e ama appisolarsi sulle gambe del padrone mentre viene vezzeggiato. Se ferito o maltrattato, però, non si lascerà toccare mai più: ha un’ottima memoria, specie per i pericoli. Anche per questo, di solito basta rimproverarlo una volta sola perché impari la lezione, ma è raro che combini disastri e di solito sa come farsi perdonare: dalle volpi, se è vero che ne è parente, ha di certo preso l’astuzia. In qualche modo, sembra sapere quale combinazione di canto e sguardo triste funziona meglio per ottenere il perdono. Impara facilmente comandi e giochi di destrezza, ma preferisce essere ammirato quando sonnecchia o canta.
È un pessimo animale da guarda: troppo affettuoso e ancor più fifone. In compenso è affettuosissimo e leale.
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Verso Si esprime con complessi cinguettii e vocalizzi ed è in grado di memorizzare brevi motivetti e riprodurli. A differenza del
dryftir, è un eccellente cantante.
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Dieta Si ciba di insetti, anellidi, semi e bacche. Preferisce i semi della frutta, specie se appena estratti dalla polpa.
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Debolezze Abituato a essere cacciato per queste, è gelosissimo delle sue piume. Incapace di difendersi, piange se qualcuno gliele tocca e cerca di nascondersi dietro chiunque si dimostri disposto a proteggerlo. I suoi nastri sono ricchi di recettori ed è bene non toccarli, se si vuole conservare il suo affetto. Lo tollera solo quando ha bisogno di aiuto per lavarsi (sempre e solo con acqua tiepida!) e dopo tende sempre a rivolgere occhiate che con una buona dose di fantasia potrebbero definirsi di rimprovero.