Lontani Orizzonti

5 Dedeshar 1126 D.G

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  1. dany the writer
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    Laws and labours, structures tight. Memories of faded might...

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    Vis Revar L'Estant

    "... comandante l'Estant. Vogliate fare strada."
    Questa volta te la perdono. Scavalcato il corpo della tesoriera, Vis Revar rivolse un cenno a Dùsh. Lo scheletro colse il messaggio, cominciando a schioccare ordini alle anime della ciurma ancora sul ponte. Avrebbero sgomberato i caduti, preso quel che di valore avevano i trapassati marinai del mercantile amorthineo e predisposto perché affondasse.
    Sul libro-mastro del porto sarebbe stato scritto, mesi e mesi dopo, che era tragicamente affondato in una tempesta. Una vera disgrazia, eh sì! Purtroppo, il mare dava e prendeva, ricco del suo essere capriccioso. Dopotutto, gli ossi di seppia erano uno spettacolo comune sulle sponde rocciose del Mare dell'Aurora.
    Spinto in avanti il boccaporto del ponte di coperta, Vis s'introdusse al suo interno. Una scalinata di legno portava al camminamento principale, sotto alcune lucerne ad olio che oscillavano al ritmo del beccheggio della nave. Adocchiò Luhn Zylvara che spingeva per estrarre la sua scimitarra dal corpo di un marinaio e l'accostò.
    "Si è incastrata, capitano" disse la mezzelfa, tamburellando sull'impugnatura. Con quel suo affondo aveva inchiodato il marinaio alla paratia, spingendo la punta acuminata nel legname.
    Era ancora vivo. O meglio, tecnicamente era moribondo. Il suo sangue aveva imbrattato la tunica leggera di Luhn Zylvara, coprendole le maniche con un velo rossiccio.
    Sangue umano, sentì il vampiro sghignazzando. Condito con troppo rum per i suoi gusti. "Aiutatemi..." mormorò. Stringeva con spasmi il filo della scimitarra, troppo sotto shock per accorgersi che così continuava a tagliarsi i palmi.
    "Ma certo, buon uomo!" Era molto, molto oltre le migliori abilità di Boji, ammettendo che valesse anche solo un secondo del tempo del suo medico di bordo. Purtroppo per lui, il Dottore era un uomo-bestia molto impegnato. "Ci mancherebbe, onore ai vinti! Le do subito una mano!" Divelta la lama dal suo corpo con uno strattone della destra, Vis Revar gli schiacciò il palmo della sinistra contro la fronte.
    Lo schioccare della scatola cranica riverberò contro il soffitto, precedendo l'accasciarsi a corpo morto del marinaio.
    Lo spostò con il piedi, appoggiando l'orecchio alla paratia prima di battervi contro un colpetto con le nocche. C'era una stanza, dietro. Infisse le dita nel legno, il capitano lo strappò asse per asse e guardò all'interno. Barili e casse, niente di prezioso.
    "Controlla se avevano viveri dignitosi" comandò a Luhn Zylvara, allargando la breccia per farla entrare.
    "Potevo usare la porta, capitano."
    "Poteva esserci una trappola."
    Spazzò la sua giacca con un colpo di dorso, ripulendo le dita dal sangue sul tessuto. Superò un paio di mozzi morti con una falcata e si chinò per passare sotto una matassa di funi di corda. Appena al di là del corpo di uno dei suoi corsari, Vis adocchiò uno stretto corridoio intralciato da masserizie sfasciate e altri cadaveri.
    Si chinò accanto al suo sottoposto per chiudergli gli occhi. Rohryn era stato un buon Drow. Diverse pugnalate e un paio di dardi l'avevano abbattuto, lasciandolo sul segno.
    "Dottore, mi ricordi di spedire una somma e una lettera ai suoi piccoli mostriciattoli."
    Ognuno aveva diritto ad avere le sue perversioni, ma le locandiere umane erano un po' strane. In ogni caso, entro qualche decennio sarebbero stati dei buoni rimpiazzi.
    Presa la sinistra, Vis si fermò davanti alla porta della cabina del capitano. Tamburellò sulla maniglia, un bel teschio d'osso e ottone con occhi di rubini. Trasse indietro il braccio e chiuse la mano a pugno, scoccando un affondo contro la serratura. Metallo, osso e legname cedettero alle sue nocche, accartocciandosi con un gemito storto. Il contraccolpo, quando divelse la mano, fece aprire la porta.
    Uno scatto metallico sibilò a mezz'aria, sfiorandogli il viso. Il dardo si piantò sopra alla spalla di Boji, dentro la paratia di fondo.
    "Non è fastidioso quando piazzano queste trappole?" Disse Vis Revar, allungandosi alla balestra connessa alla porta da funi e un contro-peso. Il taglio lasciatogli sul viso dal passaggio del dardo tremò, sparendo dopo un battito di ciglia. "Potrebbero essere un po' più innovativi di tanto in tanto."
    Come quella volta con l'incantesimo esplosivo...
    Superata la soglia con un buon passo, Vis adocchiò una scrivania sulla sua destra, accanto ad un catino. Su di una tovaglia dal discutibile color manto di Lumelixi c'era un oboe, una cornice d'avorio e alcuni libri, ordinati dentro una mensola con due bracci a forma di teschi. Ne staccò uno con una piccola pressione delle dita, lasciando che i vari libri si disperdessero come pedine.
    Sollevò il primo, rigirandoselo tra le dita. "Come tirar su belle fanciulle..."
    Lo gettò oltre le proprie spalle, forse in testa al dottore. Lo sentì borbottare qualcosa e chinarsi. Preso il secondo, Vis inarcò un sopracciglio. "La Lussuriosa Cameriera Rettiliana, volume III?"
    Disgustoso.
    A seguire c'era una Freccia Spezzata delle Cronache di Kharista e un quasi intonso La Chiave degli Oceani. Ah, almeno un po' di gusto per la letteratura di prim'ordine!
    Li lasciò sul tavolo e raccolse la cornice, tenendola con il pollice e l'indice. Era un ritratto tascabile, con il capitano che teneva per le spalle un ragazzino e per la vita una buona donna.
    Forse mi penserai quando sarai tutto da solo, fischiettò il capitano. O forse chi ti aspetta non sarà fedele. Forse mi chiederai di tornare e forse ti risponderò forse...
    Strappò il ritratto, lasciandolo cadere. L'avorio poteva valere qualcosa. Calpestando l'immagine, Vis Revar si chinò davanti allo scrigno che fiancheggiava il letto.
     
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18 replies since 11/3/2020, 20:54   653 views
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