La catalogazione degli zombie varia di molto a seconda delle varie scuole di pensiero. Alcuni li considerano creature, altri un particolare tipologia di oggetti animati. Nucleo centrale del dibattito è il fatto che, pur essendo ex esseri viventi, gli zombie non sono altro che cadaveri animati dalla volontà di un necromante, il quale ne tira i fili come un marionettista. Mancando di una volontà propria, non sono diversi dalle bambole nelle mani dei bambini o, a voler cercare un corrispettivo magico, di
automi e scheletri. Uno zombie può avere un solo padrone alla volta; nella maggior parte dei casi, risponde solo a ordini diretti, ma se il rituale è particolarmente ben riuscito, lo zombie potrebbe rispondere anche alla semplice volontà del padrone.
Da un punto di vista strettamente biologico, non hanno bisogno di nutrirsi, riposare, riprodursi o svolgere qualsiasi altra attività tipica dei viventi. Non sentendo né dolore, né fatica, sono virtualmente inarrestabili: finché avranno bambe o braccia per avanzare, proveranno a farlo, se è quello che il padrone ha ordinato loro. In compenso. il loro deperimento fisico è inevitabile: per potente che sia il necromante, non è ancora stato trovato un incantesimo in grado di arrestare (o anche solo rallentare) la putrefazione. Ammesso che lo zombie sopravviva all’abuso che i necromanti tendondo a farne, è destinato a diventare uno scheletro; nelle migliori condizioni possibili, impiegherà un anno e mezzo, altrimenti anche meno.
Qualsiasi cadavere può potenzialmente essere usato per creare uno zombie. La diffficoltà del rituale necessario dipende dalle dimensioni, dalla complessità del corpo da muovere e in generale dall’esperienza del necromante. Se di norma sono molto apprezzati gli zombie umanoidi, non mancano attestazioni di zombie animali o di altri tipi di viventi. Determinanti nel processo sono considerate anche la freschezza del cadavere, la sua integrità e stato di conservazione.