Un crepuscolo di vana illusione

Nuruana’el 1127 d.G.

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    LEANNE

    Vita complicata?, le chiese il vampiro.

    Domanda vaga. Era davvero surreale, restare seduta accanto a uno sconosciuto a fissare le fiamme. Era come se in realtà fosse comunque da sola, a pensare alle proprie tragedie e alla propria rabbia.

    No, non è complicata. Solo snervante, per la maggior parte del tempo.

    Ed era vero. Non poteva dire che la sua vita fosse complicata. Difficile, certo. Ma non complicata. In realtà era abbastanza semplice: aveva una taglia sulla testa e non poteva tornare a casa. Non da sola, certo. Quindi sopravviveva come meglio poteva, nell'ombra, finché non avesse trovato un modo per riprendersi ciò che le spettava. No, non era complicato...

    Come mai passeggi tutto solo nel nulla, dentone? Io ho una ragione per fuggire la gente, ma a te non dovrebbe dispiacere passeggiare tra...tante possibilità di nutrimento.

    Probabilmente non avrebbe risposto. Era stato evasivo tanto quanto lei fino a quel punto, ma tanto valeva tentare. E poi...cos'altro avrebbe potuto fare? Restare in silenzio entrambi a fissare il fuoco come due folli depressi? Per carità! Poteva essere tante cose ma di certo non una pazza depressa.
     
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    Una vita snervante, aveva tagliato corto come c'era d'aspettarsi, cosa si celasse dietro a quelle parole era un mistero che di certo non sentiva il bisogno di svelare. Le fiamme avevano perso d'interessa da parecchio, ora le iridi ambrate del non-morto erano prevalentemente concentrate sulla sua interlocutrice, in fin dei conti stavano parlando quindi fissare un punto a caso non pareva la cosa più giusta da fare, anzi per niente.
    Poi arrivò, come uno schiaffo una domanda seguita da altre parole, lei inconsciamente s'era tradita nel dire che aveva un motivo per fuggire, lui non l'aveva mai fatto, però sì doveva essere oltremodo snervante; il problema furono le parole che avevano chiuso quella frase, rivolte a lui con leggerezza e forse un pizzico d'ingenuità. Distolse lo sguardo il vampiro, rispondendo col silenzio a quel quesito, non perché non volesse darvi risposta, il problema era stato tutto il resto...

    Dopo un'abbondante manciata di secondi la voce di Garret ruppe il silenzio funereo nella quale era piombato Per ammazzare la noia Atone furono le sue parole, in realtà probabilmente nemmeno lui conosceva pienamente il vero motivo che lo spingeva a continuare ad avanzare senza una meta precisa, quindi aveva finito col vederlo come un vano quanto sciocco tentativo di ammazzare quell'antica compagna di tutti gli eterni E con scarsi risultati aggiungerei Questa volta fu ironico, mentre riportava le pupille affilate sulla figura di Leanne, conscio d'aver dato una risposta ben poco esaustiva E sentiamo, da cosa è inseguita questa bestiolina?
     
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    LEANNE

    La sua domanda diede origine a uno strano silenzio.

    Per ammazzare la noia, le rispose atono. Quasi fosse un disco rotto che si ripeteva tra sé e sé in continuazione. Poi sembrò riscuotersi e in tono ironico aggiunse
    E con scarsi risultati, aggiungerei.

    Leanne avrebbe voluto scoppiare a ridere. Ammazzare la noia in piena notte, d'inverno, nel bel mezzo di una pianura deserta? Era evidente che seppure l'eternità ti dava infinite possibilità non ti rendeva sveglio. Che spreco...un vero peccato! Leanne non poteva trattenersi dal pensarlo: così tanto potere, così tante possibilità buttate al vento. Infondo gli umani erano una razza debole, buona solo ad eseguire e morire. Aveva un senso che anche la loro versione più longeva fosse destinata a fallire miseramente sotto il peso della loro ineluttabile fragilità. Non potevano sopportare un peso come l'immortalità, per molti di loro già la brevità della loro normale esistenza era già un fardello insopportabile.
    Un vero spreco...

    E sentiamo, da cosa è inseguita questa bestiolina?

    Bestiolina, ancora quel termine che però, alla luce delle sue nuove riflessioni le diede un fastidio tutto nuovo. Quell'essere, che nonostante l'aria benevola continuava a guardarla dall'alto in basso, diventò improvvisamente insignificante. Certo, avrebbe potuto facilmente nutrirsi di lei, finanche a ucciderla e Leanne difficilmente avrebbe potuto opporvisi. Tuttavia neanche quel pensiero la spaventava più. Il potere che egli poteva avere sulla sua vita non diminuiva la patetica futilità di quella che lui stesso viveva. Leanne stessa sapeva bene che non importa su quante vite hai il controllo, il senso di una vita sta nel controllo che ne hai e dello scopo che le dai, dal potere che davvero possiedi e da come lo eserciti. Persino lei, dalla vergogna del sua esilio aveva più potere di quanto lui avrebbe mai potuto avere rinchiuso in quel suo piccolo inferno mentale, qualunque esso fosse. D'un tratto capì perché la sua gente era affascinata da quelle creature pur non ammettendolo, sussurrandolo come uno oscuro e vergognoso segreto. La rabbia e l'invidia di vedere così tanto potenziale sprecato per una razza che non avrebbe mai potuto apprezzarne davvero le qualità e l'infinito potere.

    Non ho mai detto che fuggo da qualcosa, gli disse guardandolo direttamente negli occhi con voce rilassata.

    Era distesa, non aveva più paura.

    Solo che stavo fuggendo la gente. In superficie la compagnia è spesso deludente e tediosa.

    In parte era vero. In quei 17 anni non poteva dire di aver incontrato nessuno degno di nota o di aver tenuto una conversazione da ricordare. Piccoli problemi per piccoli esseri. Ecco cosa aveva visto ed ecco perché era così facile fregarli, al prezzo di un singolo effimero sogno di una notte.
    Non avrebbe mai provato stima per la razza umana. Aveva visto coi proprio occhi ogni singola sfaccettatura della loro debolezza per farlo. E da quanto poteva vedere, anche la loro versione immortale non sembrava in grado farle cambiare opinione a riguardo.
     
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    Qualcosa era cambiato, lo avvertì sebbene fosse appena accennato, la ragazza si era rilassata, la paura nei suoi confronti svanita, in parte un bene e forse in parte un male.
    Con le parole che utilizzò per rispondere alla sua domanda, in parte si sentì chiamato in causa, e di certo non aveva tutti i torti quella bestiolina dalle orecchie a punta. Ma forse oscuri segreti quella notte si sarebbero anche potuti intrecciare tra loro, lui continuava ad omettere lo scopo del suo viaggio pure a sé stesso, lei era capace d'evitare il discorso con parole ben calibrate Da questo dovrei evincere di rientrare a mia volta in questa categoria? Non suonò come una vera e propria domanda, e poco gl'importò. Aveva dei modi di fare particolari, a tratti curiosi e probabilmente anche fastidiosi, però il mondo era bello perché vario, no?
    Sospirò senza rendersene conto Alle volte le persone possono risultare oltremodo tediose perché hanno sul groppone dei segreti che non ci tengono a svelare... Altre volte perché lo sono e basta, ma questi sono dettagli, per quanto riguarda le delusioni, beh non ci si dovrebbe fare aspettative troppo alte già in partenza Iniziò questa volta effettivamente senza un vero scopo Ci sono storie che non valgono la pena nemmeno d'esser raccontate ed altre dietro alle quali bisogna saper guardare. Poi ci sono quelle silenti come la tua Non era stupido, testardo sì, stupido mai stato. Certo quel discorso poteva stonare nel contesto, poteva risultare sciocco, ma era stato detto senza alcun astio o fastidio, né tantomeno per proteggere la sua persona, lui aveva dedotto abbastanza dal suo modo di fare, non avrebbe voluto trovarsi lì, quel posto era oltremodo sbagliato, era malinconica, sola senza desiderarlo e probabilmente si stava proteggendo con le parole, ma poteva anche essere un abbaglio Per questo ti chiedo perdono per non star risultando all'altezza delle tue aspettative, Leanne Oh ma avrebbe potuto esserlo, di storie in tre secoli ne aveva vissute, solo che stava omettendo la verità... In fin dei conti erano unicamente due sconosciuti che stavano mentendo a loro stessi... O forse lo stava facendo solo lui.
     
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    Tutto ad un tratto era diventato meno monosillabico ma ugualmente prolisso e vacuo.
    Certo, le persone spesso nascondevano dei segreti. Tragedie, peccati, dolori. Nonostante ciò, l'esistenza umana era rimasta per lei incredibilmente tediosa. Anche quei segreti, che custodivano così gelosamente, spesso non valevano un soldo bucato.

    Da questo dovrei evincere di rientrare a mia volta in questa categoria? , le chiese, con un tono però che sembrava indicare che la risposta non fosse di alcun interesse per lui.

    Fino a quel momento le era parso di parlare con un essere inanimato. Non aveva ottenuto delle vere risposte e le domande che le erano state rivolte non si erano aspettate delle vere risposte e non parevano infatti ricercarle affatto. Eppure, dalla replica successiva, Leanne pensò che, forse, aveva smosso qualcosa. Forse lo aveva colpito nel vivo o aveva toccato un nervo scoperto. Che quella conversazione potere finalmente portare a qualcosa di serio e più interessante? Se lo augurava di tutto cuore.

    Per questo ti chiedo perdono per non star risultando all'altezza delle tue aspettative, Leanne.

    L'aveva chiamata per nome. Leanne lo interpretò come un'apertura. Leanne lo guardò direttamente, in silenzio. Fissò quello sguardo perso ambrato, alla ricerca di una crepa, di un segno di cedimento. Poteva forzare ancora un po'. Poteva spingere ancora per capire se quella banalità che aveva visto in lui si spingeva fino a diventare quella stupidità tipica della sua razza o se nascondeva qualcos'altro.

    La notte è ancora lunga, Garrett, gli concesse la stessa cortesia, con voce dolce e incoraggiante, cercando di comunicargli un poco più di solidarietà, hai tutto il tempo per superarle, le mie aspettative.

    E gli sorrise. Gli rivolse il sorriso più dolce e sornione di cui era capace.

    E vediamo se anche da morto vivente, un umano è sensibile a un bel faccino.
     
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    Nel sentir il suo nome venir pronunziato ancora una volta dopo secoli gli fece uno strano effetto, riportando alla sua mente immagini di quella vita per la quale provava nostalgia, il tutto senza scuotere la sua figura, eccezion fatta per un lieve bagliore negli occhi.
    E così aveva tutto il tempo per superare le sue aspettative, eh? Ma davvero ne valeva la pena? Era solo una ragazza che aveva incontrato a causa di un concatenarsi d'eventi, mai più i suoi occhi l'avrebbero scorta... Bah, tanto erano solo parole perse al vento Potrei dire lo stesso di te Suvvia, solo lui doveva svelar parte delle sue carte?
    Si sedette con un ginocchio piegato ed una gamba stesa dritta davanti a sé, fissando per un istante il cielo prima di tornare a concentrarsi sulla drow Qui ho perso qualcosa di molto importante E purtroppo per lei, unicamente un bel faccino non bastava per fargli andare in panne il cervello Per il fatto che mi rechi qui la notte, beh i vampiri ed il sole non hanno un buon rapporto d'amicizia Le aveva appena spiattellato in faccia un suo punto debole, sebbene detto sotto forma di battuta, ma poco gl'importava.
    Giustamente come già detto, non gli pareva leale il dover esser l'unico a dover aria alla bocca Comunque dubito che la tua solitudine sia effettivamente voluta E la guardò veramente, ferino e con una nota di mistero, il classico mistero di cui i vampiri erano pregni. Non era stata una domanda mascherata da sentenza, né tantomeno una di quelle delle quali non gl'importava la risposta; oh no, in quel momento non avrebbe accettato il silenzio.
    Era testardo e stronzo, se doveva evitare d'omettere tutta la verità, beh ne doveva valere la pena.
     
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    LEANNE

    Ed eccolo lì, un lieve bagliore. Un leggerissimo spiraglio.

    Potrei dire lo stesso di te.

    Avrebbe voluto rinfacciargli il fatto che non si era mai detto che era stata lei a non soddisfare le aspettative ma sarebbe stato indelicato, e probabilmente controproducente. In più temeva che non avrebbe gradito la risposta...infondo ai suoi occhi probabilmente lei era solo una drow impura, una bestiolina carina che sfuggiva alla sua deprimente quotidianità con una gita in pianura.

    Qui ho perso qualcosa di molto importante, aggiunse assumendo una posa ancora più rilassata.

    Sì, eccolo lì, la prima cosa vera e reale che le aveva detto da quando si fossero incontrati. Nostalgia, ecco cosa lo aveva spinto fino a lì. La nostalgia era qualcosa che poteva capire, almeno finché era una spinta per raggiungere qualcosa di più o ritrovare ciò che si era perso. Se era fine a sé stesso era solo un'altra gabbia nella quale si rischiava di ritrovarsi rinchiusi.

    Comunque dubito che la tua solitudine sia effettivamente voluta. concluse e la fissò intensamente. Con insistenza.

    Era chiaro che non era l'unica ormai a cercare un'apertura.

    Beh, gli rispose con un altro sorriso innocente, questo mi pare ovvio, Garret. Nessuno, in realtà, vuole essere solo.

    Era vero, nessuno voleva restare solo. Lei no di certo. Voleva tornare alla sua vecchia vita. Rivoleva il suo nome, il suo prestigio, e voleva che tutto il suo mondo ruotasse di nuovo tutto attorno a lei. Gente che la ascoltava, la serviva e riveriva. La temeva. Quello era il suo mondo, quello al quale voleva tornare, invece nel mondo presente non era altro che un'ombra, non era il centro del mondo di nessuno. A mala pena del suo.

    Sono un'impura, aggiunse, con la speranza che rivelando qualcosa potesse convincerlo a fare l'ultimo passo, tra la mia gente, ora come ora, non c'è posto per me, era una mezza bugia, ma mezza bugia voleva dire che gli offriva una mezza verità ed era più di quanto avesse offerto a chiunque altro.

    E tra tutti gli altri, beh, non è la mia gente.

    Poco importava che in realtà, grazie a sua madre, essere impura non era stato poi così rilevante. La cosa essenziale era rivelargli che non poteva rientrare a casa e che per questo doveva vagare in un mondo che non sempre capiva e non apprezzava.

    Tu cos'hai perso, Garret?

    Edited by Aliénor - 11/3/2020, 11:02
     
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    L'ascoltò ponendosi velocemente delle domande sul fattore "solitudine", chissà se la propria era effettivamente voluta o frutto di una costrizione dovuta al non volersi legare a qualcuno, non di nuovo almeno. Gli era bastata una volta, era stato bello e quasi surreale, come negarlo? E quanto dolore gli aveva causato vederselo strappar via senza motivo o remora alcuna? Abbastanza da convincerlo che non ne valesse la pena. Ma probabilmente si ostinava a rimaner attaccato al passato senza vederci niente di male.

    Poi arrivò quella parola che lo strappò dai propri macchinosi pensieri che quella drow era riuscita a fargli affiorare alla mente, "impura" una parola come tante altre dietro alla quale si celavano differenti spiegazioni Siamo tutti impuri, chi per un motivo o per l'altro, non vedo perché debba essere una colpa Per il resto soppesò le restanti parole, a lei non piaceva quel mondo, o più semplicemente coloro che aveva incontrato da quando -per chissà quale motivo- non era più potuta stare con la sua gente, si erano rivelati dei soggetti "deludenti", probabilmente lui compreso. Da quel che ne poteva sapere, anche gli usi e costumi di altre razze agli occhi di chi è abituato a vivere unicamente coi propri simili, potevano apparire incomprensibili e di vago gusto.

    Quella ragazza era forse più complicata di quanto apparisse, in fin dei conti sapeva che dietro alle apparente ed ad un bel faccino si poteva nascondere ben altro, sì insomma, secoli e secoli saranno serviti a qualcosa.
    Infine arrivò, l'unica domanda tanto banale da non venir nemmeno calcolata, non se la sarebbe effettivamente aspettata, suvvia a chi mai potrebbe interessare di ciò che qualcuno ha perso?
    Una sconosciuta a quanto pareva.
    Si massaggiò gli occhi con due dita A parte la vita? Una pessima battuta formata da un pessimo sarcasmo, detta in un inutile tentativo d'alleggerire la situazione per sé stesso... Questa era pessima Garret, davvero pessima
    Infine si passò una mano dietro al collo Una persona davvero speciale Era tornato serio, lievemente malinconico e quella risposta s'era rivelata più pesante del dovuto, almeno per il vampiro.
     
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    LEANNE

    Una persona davvero speciale.

    Eccolo lì. Ecco il cardine di quella creatura tanto infelice. Il vampiro aveva perso una persona che amava e per questa ragione si aggirava come un'anima in pena nella notte. Scontato e assolutamente banale. Come se non fosse normale perdere le persone che si amavano.
    Ripensò a sua madre, al modo in cui l'aveva persa. Era stato doloroso, la sofferenza più grande che avesse mai provato, alla quale aveva dovuto sommare la rabbia e il disappunto per tutto ciò che aveva dovuto lasciarsi alle spalle, tra le mani della persona che le aveva rubato Edara, e le difficoltà nell'adattarsi a un mondo per il quale non era stata preparata.
    Ma si era pianta addosso? Certo che no, altrimenti quella stronza di Nereyn sarebbe riuscita a farle ficcare un coltello nella schiena già da molto tempo. C'era troppo in gioco, la sua vita per cominciare.
    Sembrava un disco rotto, ma...che spreco...un'eternità sprecata a deprimersi per una persona amata e perduta. Come se non tutti perdessimo qualcuno di importante, come se non ci fosse qualcosa di altrettanto valore da inseguire nella vita, come se una perdita fosse più importante di ciò che veniva prima. Quel vampiro le faceva una pena infinita, ma non nel senso buono del termine. se solo avesse potuto avere anche solo una parte delle possibilità che erano riservate a lui, ne avrebbe fatto un uso di gran lunga migliore. Purtroppo non era qualcosa che poteva rubare nel cuore della notte sulle note di un'ipnotica melodia come era abituata a fare con gli averi di quei fessi che la scambiavano per un'innocua girovaga artista di strada. Se solo fosse stato il caso.

    È solo questo che ti obbliga a quell'aria sconsolata? Non che perdere qualcuno non sia doloroso, si sbrigò a dire, fa male, io lo so molto bene, e lo farà sempre probabilmente.

    Lo guardò fisso, con un volto più duro di quanto non fosse solita mostrare ma comunque non ostile.

    Tuttavia, dubito che non esista nulla in questo vasto e vario mondo che possa valere la pena vedere, avere o perseguire. E tu hai anche il tempo a tua disposizione. Molto tempo. Il peggio che potrebbe capitarti sarebbe di dover aspettare di trovarla, ma anche in quel caso, già solo sapere che un giorno arriverà dovrebbe rasserenare qualsiasi animo. È una speranza certa e inattaccabile.

    Stava diventando filosofica, non era da lei. Ma era un'interessante variazione sul tema, per una volta.

    La maggior parte della gente tira avanti con molto meno.

    Come lei, che basava la sua sopravvivenza sulla rabbia e la sete di vendetta, senza contare una cospicua dose di egoismo e testardaggine.

    Poteva sembrare un discorso presuntuoso da parte sua, infondo non sapeva nulla di preciso sulla vicenda che lo aveva reso così. Non che la cosa la interessasse, il dentone poteva considerare il punto di vista di una condannata a morte e tirarne un qualche insegnamento o poteva ignorarlo e continuare a vagare solo e sconsolato per sempre. Se lei ci avesse perso il sonno sarebbe stato solo per la rabbia di veder perpetuare un simile spreco per l'eternità.

    Edited by Aliénor - 11/3/2020, 13:51
     
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    Gli stava davvero facendo la morale? Uno sbuffo divertito abbandonò le labbra del non-morto Mi sono limitato a dar una risposta alle tue domande, sono conscio d'aver pressapoco l'eternità davanti a me e ti assicuro che non l'ho sprecata a struggermi o piangermi addosso Le aveva dato effettivamente un'idea sbagliata, non si era alterato non ve ne sarebbe stato motivo in fin dei conti il punto di vista di Leanne non faceva una piega. Quel suo cambio d'espressione però era stato qualcosa d'inaspettato, una gradevole variazione in una vicenda che si stava rivelando monotona, ma cosa ci si poteva mai aspettare da due creature che non volevano rivelare tutta la verità all'altro? Garret doveva ancora ben capire se quella tizia stesse mettendo a dura prova la sua pazienza o meno, che esserino complicato.

    Si mise a giocherellare distrattamente col ciondolo che aveva al collo, facendo per un momento mente locale Mai pensato di dar per scontate un po' troppe cose? E no, non si riferiva alle informazioni che lo riguardavano, figurarsi se poteva importargli di ciò che pensava una ragazzina, bensì si riferiva a ciò che la riguardava, non aveva idea di cosa le fosse accaduto, a parte qualche misero stralcio che aveva lasciato trapelare con le sue frasi... Il problema era che ora la stava stuzzicando Vorresti cambiare le cose, perlomeno quelle che ti sono successe, ma non ne hai la possibilità... S'alzò in piedi senza smettere di tenere lo sguardo puntato su di lei E ti da fastidio che qualcuno che potrebbe avercene sprechi ciò che tu reputi un dono con un apparente far niente, dico bene? S'avvicinò a lei, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi, il motivo? Lo avrebbe scoperto di lì a poco.
     
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    LEANNE

    Aveva forzato la mano, ed era curiosa di vedere la reazione di Garrett.
    Uno sbuffo divertito non era la reazione che si era aspettata.

    Mi sono limitato a dar una risposta alle tue domande, sono conscio d'aver pressapoco l'eternità davanti a me e ti assicuro che non l'ho sprecata a struggermi o piangermi addosso.

    Dentone che si gode la vita? Leanne faceva davvero fatica a immaginarselo, alla luce di quel falò e dopo quella melanconica conversazione. Poteva aver frainteso? Possibile, per quanto le costasse ammetterlo (a sé stessa, perché agli altri non lo avrebbe mai fatto) non era infallibile. Tuttavia non credeva di essersi scostata troppo dalla verità. Garrett non aveva detto o fatto nulla per far pensare che avesse potuto essere anche solo un giorno una persona volta al futuro con un qualche progetto di felicità o successo.
    No, per il momento sarebbe rimasta ferma sulla sua prima impressione.

    Mai pensato di dare per scontate un po' troppe cose? , la punzecchiò.

    A quel punto era il suo turno di rivolgergli una risata divertita.

    Garret...Garret...Garret

    Avrebbe potuto ridere più di gusto, quasi dimentica di chi aveva davanti, ma il movimento successivo di lui la riportò alla realtà.

    Vorresti cambiare le cose, perlomeno quelle che ti sono successe, ma non ne hai la possibilità..., insistette e allora il vampiro, che fino a quel momento era rimasto a distanza, con posizioni rilassate e innocue, si alzò, fissandola.

    Leanne poteva sentire quello sguardo indugiare su di lei con insistenza.

    E ti da fastidio che qualcuno che potrebbe avercene sprechi ciò che tu reputi un dono con un apparente far niente, dico bene?, concluse e allora si avvicinò.

    Torreggiava su di lei, lo avrebbe fatto già se anche lei fosse stata in piedi, figuriamoci in quella posizione di svantaggio. Il suo intero corpo le urlava di scattare, di riguadagnare la distanza che le aveva permesso di dimenticare momentaneamente che poteva diventare rapidamente una preda. Leanne non distolse lo sguardo da lui neppure per un secondo, non poteva permettersi di dargli un ulteriore vantaggio su di lei.
    Quando arrivò abbastanza vicina a lei da sfiorarla le porse una mano, invitandola ad alzarsi a sua volta.
    Non aveva idea di quale sarebbe stata la mossa migliore da fare. Sarebbe stata più al sicuro in piedi o rimanendo seduta? Doveva prendere tempo.

    Caro Garret, non devi fraintendere, gli rispose, fissandolo a sua volta dritto negli occhi, Ho imparato da tempo a non dare nulla per scontato, e ti sarò sembrata arrogante accusandoti di non dare valore alla tua condizione, ma ho imparato altrettanto bene che spesso, la prima impressione è quella più veritiera. Semplicemente agisco di conseguenza.

    Una parte del suo istinto le diceva che se Garret non le aveva fatto del male fino a quel momento, era perché non ne aveva alcuna intenzione. A meno che non fosse quel tipo di persona che amava...giocare col cibo prima di mangiarlo. In quel caso, sapeva perfettamente che nulla di ciò che avrebbe potuto architettare gli avrebbe impedito di prendersi ciò che voleva. Era finita proprio in una situazione snervante. Aveva rimediato una conversazione più o meno interessante e se Garret voleva chiudere quella serata affondando i denti nel suo collo delicato, non poteva fare altro che augurarsi di sopravvivere per poter poi aggiungere un altro nome nella lista di persone che un giorno avrebbero pagato tutto il male che avevano osato farle.
    Bisognava sempre mantenere una certa prospettiva. Senza dimenticare che, in esilio o meno, era un regina. E una regina non mostra le sue debolezze, né cede terreno davanti a un invasore, per quanto superiore possa essere.
    Quindi prese la mano che Garret le aveva porto e si alzò in piedi. Stavano uno di fronte all'altra. Leanna lo guardava dal basso verso l'alto, ma il suo sguardo era deciso e sereno. Non avrebbe ceduto, qualunque cosa avesse voluto farle.

    E su una cosa ti sbagli, aggiunse con voce calma e melliflua, so perfettamente di non poter cambiare ciò che mi è successo. Nessuno può farlo. Ciò che io voglio cambiare è il mio futuro. Una come me ha poche possibilità di farlo e, credimi, ne sono pienamente consapevole, ma non permetterò al mio passato di togliermi anche quelle poche che mi sono concesse. Quel che mi darebbe pena sarebbe di vedere che invece qualcuno con infinite possibilità resti a vagare nel passato invece di godere di ciò che potrebbe fare.

    Lo fissò ancora in quei suoi occhi ambrati così distanti, decisa più che mai ad accettarne le conseguenze. Non avrebbe fatto un passo indietro. Non sarebbe fuggita. Non dopo averlo provocato. Era una regina, in un quale contorto modo tutto suo, e non avrebbe smesso di esserlo solo per paura di non avere un altro giorno da vivere. Nascondeva se stessa da anni, ma se avesse dovuto morire, sarebbe morta essendo sé stessa fino in fondo.

    Edited by Aliénor - 11/3/2020, 20:43
     
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    Quale immane cambiamento, era riuscito a farla ridere nelle sue parole a quanto pare, sbagliate. Poi prese parola, spiegandosi al vampiro, delucidandolo su cosa lui stesso aveva sbagliato, nel trarre conclusioni sbagliate sul suo conto.
    Non aveva pensato al fatto che potesse prendere il suo torreggiare su di lei come una qual si voglia minaccia, dando per scontato che ormai avesse capito d'esser al "sicuro", finendo col restare con la mano protesa verso di lei per una manciata di secondi di troppo, però ne aveva avuto tutto il diritto.
    L'aveva aiutata ad alzarsi con una presa salda e delicata. Ora erano l'uno di fronte all'altra, Leanne lo stava fissando negli occhi, come se si stesse aspettando il peggio Se vuoi te lo metterò per iscritto il fatto che non sono intenzionato a farti del male Fu ironico nel dire la verità, arretrando d'un passo, lasciando che la piccola mano della ragazza scivolasse via dalla propria, non v'era motivo per stare mano nella mano come due cretini, però spiegarle il motivo per il quale l'aveva fatta scomodare, beh quello era d'obbligo Avrei bisogno della tua presenza in un luogo non molto distante da qui Ma troppo per permettersi di lasciarla da sola e disarmata in balia di possibili pericoli che fossero...
    Davvero si stava premurando d'evitare che rischiasse di schiattare? Beh, dopotutto lei aveva un obbiettivo e, sarebbe stato abbastanza disdicevole permettere che morisse con lei.
    Detto ciò, le fece cenno di seguirlo col capo Tu cosa faresti se ce l'avessi? Chiese riferito alla sua immortalità, per il resto, prese ad avanzare con passo calmo verso un luogo ben preciso della piana, perlomeno era così ai suoi occhi, a quelli della sua controparte, poteva apparire come un punto a caso.
    Il non morto poteva anche esser stronzo, ma non privo di cuore, s'era auto incaricato di cercare della legna per il fuoco e qualcosa da mettere sotto i denti per lei; se poi la loro meta era un luogo d'invidiata bellezza, beh, quelli erano dettagli.
    Da quanto tempo sei lontana da casa? Non fu disinteressato, proprio per niente, davvero voleva saperlo, forse per curiosità, forse per altro.
     
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    LEANNE

    Garret ricambiava il suo sguardo, senza fare un solo gesto.

    Se vuoi te lo metterò per iscritto il fatto che non sono intenzionato a farti del male, le disse in modo ironico ma poi subito arretrò d'un passo, lasciandole andare la mano.

    Cosa si aspettava da lei? Se si fosse fidata di tutti gli estranei che le avevano giurato di non volerle fare del male avrebbe fatto una pessima fine molto giovane. Tuttavia apprezzò il suo gesto e decise di riporre, almeno per il momento, l'ascia di guerra. Metaforica, ovviamente...non era una guerriera e le uniche battaglie che poteva condurre erano quelle mentali o dialettiche.
    Se davvero non voleva nuocerle, Leanne si sarebbe aspettata allora che Garret volesse congedarsi, e invece la sorprese chiedendole:

    Avrei bisogno della tua presenza in un luogo non molto distante da qui.

    Per che cosa mai poteva aver bisogno di lei? Nel bel mezzo di una pianura deserta in piena notte? Che volesse allontanarla dal fuoco e portarla in un luogo più riparato per attaccarla? Non ne vedeva il senso. Tuttavia dubitava che le stesse chiedendo di accompagnarlo in una passeggiata per il semplice piacere della sua compagnia. Non riusciva a capirne lo scopo, ma poteva essere interessante. In fondo allontanarsi dal fuoco non avrebbe peggiorato la sua situazione, anzi, non sapeva moltissimo sulle caratteristiche sensoriali dei vampiri ma era quasi sicura che la sua vista nel buio fosse decisamente superiore a quella del vampiro. Non poteva darlo per scontato, ovviamente, ma poteva contare sul fatto che non le avrebbe nuociuto più di quanto ne fosse capace accanto al fuoco.
    Le fece cenno di seguirlo e Leanne acconsentì in silenzio, procedendo accanto al suo fianco.

    Tu cosa faresti se ce l'avessi? le chiese a un certo punto.

    Ci mise un momento a capire a cosa si riferisse. L'immortalità. E ci volle un momento per formulare una risposta soddisfacente.

    Se avessi l'eternità a mia disposizione, sospirò, non mi limiterei a ricostruire il mio futuro come avrebbe dovuto essere, a tornare a casa, ma vivrei mille vite. Per te potrà avere poco senso, ma costruirei un impero come nessun drow ha mai osato sognare. Un impero destinato a dominare per millenni. E avrei tutto il tempo del mondo per farlo.

    Forse aveva detto troppo, ma infondo era risaputo che ogni drow bramava il potere. Era come dire che un vampiro avrebbe voluto una scorta sempre pronta del suo sangue preferito. Voleva dire tutto e niente.
    Intanto continua a seguire Garret, il quale procedeva senza dubbio nel buio della pianura. Chiaramente la stava portando in un luogo ben preciso. Leanne era inquieta, era raro che non riuscisse nemmeno a intuire le intenzioni di chi le stava davanti, e ciò non la metteva in una posizione favorevole ma di profondo svantaggio. Si era infilata in un bel casino. Beh in realtà era stato il caso a mettercela, ma quella consapevolezza non la faceva sentire meglio.

    Da quanto tempo sei lontana da casa?, le chiese ancora.

    improvvisamente era diventato curioso nei suoi riguardi. Sinceramente curioso, da quanto le sembrava. Chissà cosa di preciso lo aveva reso così partecipe tutto ad un tratto.

    Non da molto, per gente come noi, gli rispose con più tristezza nella voce di quanta avrebbe voluto comunicarne, ma da più di quanto avrei voluto. aggiunse con rabbia.

    Non avrebbe dovuto passare neanche un giorno lontana da casa sua e un giorno Nereyn avrebbe pagato per questo. Le ci fossero voluti anche tutti i secoli che le spettavano da vivere, Leanne sarebbe tornata, si sarebbe ripresa ciò che era suo e avrebbe insegnato a quel lurido essere cosa fosse il vero potere.

    E tu, Garret? Ce l'hai una casa?

    Forse era un campo minato, vista la sensibilità che aveva dimostrato riguardo qualcuno che aveva perso, ma non le sembrava giusto che fosse solo lei ad aprirsi, soprattutto visto che di norma Leanne non lo faceva mai.

    Edited by Aliénor - 12/3/2020, 12:05
     
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    Il vampiro di certo non si aspettava niente da lei, di certo non la sua totale fiducia, solo uno sciocco gliel'avrebbe data dopo appena qualche scambio di battute. Però succedeva che alle volte si scordasse dello stato in cui riversava, di quanto timore potesse incutere una creatura con due zanne aguzze al posto dei canini e di quanto ambigue potessero apparire le sue intenzioni.
    Prese di buon grado il fatto che Leanne decise d'avanzare al suo fianco, forse mettendo in disparte quel suo continuo esser sull'attenti o qualsiasi altra cosa fosse, tanto che se visti da fuori, i due potevano quasi apparire come due "normali" conoscenti intenti a far quattro passi.
    Poi arrivò la sua risposta, degna d'un sognatore e di chi aveva comunque le idee ben chiare, certo brama di potere a parte, ma non era una normale peculiarità dei drow quella? Sarà stato anche così, però al non-morto tutto ciò pareva più una cosa personale che una mera caratteristica razziale. "Vivrei mille vite", lui l'aveva fatto, più o meno, non riuscendo mai ad esserne soddisfatto appieno; in fin dei conti erano cose fittizie che ben poco lo riguardavano, sarebbero state comunque storie interessanti ed assurde da raccontare, se il tempo e la situazione glielo avessero permesso...

    Si ridestò da quegl'inutili pensieri nel sentir giungere alle proprie orecchie nuovamente la voce della ragazza, inizialmente triste per poi finire con la rabbia, entrambe emozioni più che lecite, magari ovvie, eppure quella tristezza lo aveva stupito, sopratutto visto i precedenti approcci di Leanne; fu uno stupore passeggero ed invisibile quanto sciocco
    "E tu, Garret? Ce l'hai una casa?" una domanda lecita, la quale lo portò a scavare nel passato, senza alcun mutamento nell'umore o chissà che altro, da tempo non si preoccupava più d'avere o meno una casa Sono quasi sicuro che sia andata distrutta Lo disse senza peso, non perché non gl'importasse non aver più un luogo al quale fare ritorno od altro, semplicemente non era stato in grado d'impedirlo. Ora che ci pensava non sapeva nemmeno se il suo villaggio era ancora in piedi, presumibilmente no Ma sono cose che succedono se si costruisce una dimora in legno e qualcuno ci da fuoco Alzò le mani con fare d'ovvietà, prima di volgere lo sguardo alla sua accompagnatrice, mettendo da parte quella nota d'ironia che aveva utilizzato per la propria risposta Deve mancarti parecchio, eh? Un tono calmo aveva formato quella pseudo domanda.
    Non mancava ancora molto alla loro destinazione, giusto il tempo di qualche altra domanda e risposta, in una conversazione che stava avendo parecchie sfumature.
     
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    Il vampiro in quel caso superò le sue aspettative, sorprendendola.

    "Sono quasi sicuro che sia andata distrutta" le rispose. Il suo tono di voce non tradiva nessuna emozione particolare. Bizzarro. Casa propria era uno dei cardini di qualunque persona, o mancava o si era felici di averla alle spalle. Anche quando non la sia aveva avuta finiva per incidere sulla personalità. Forse aveva, effettivamente, commesso un errore di giudizio. Il problema del vampiro forse non era il vittimismo ma la totale apatia. Non che fosse meno patetico, tuttavia poteva aiutarla a comprenderlo meglio e a capire come agire nei suoi confronti.
    "Ma sono cose che succedono, se si costruisce una dimora in legno e qualcuno ci da fuoco", aggiunse.

    Leanne sorrise divertita. Soprattutto per quel gesto assurdo che fece prima di voltarsi a guardarla.

    Dalle mie parti se cercano di dar fuoco alla tua casa, tu radi al suolo quella dei responsabili con loro all'interno.

    Nessuna pietà. Nessuna esitazione. Era un concetto semplice, il primo che suo madre le avesse insegnato: azione e reazione. Tutto al mondo funzionava secondo quel principio. Significava che chi ti minacciava, doveva pagare, ma non solo. Voleva anche dire che se si minacciava qualcuno bisognava prepararsi anche alla reazione o il danno ricevuto sarebbe stato maggiore del beneficio guadagnato.

    Deve mancarti parecchio, eh? , la voce di Garret fece breccia tra i suoi pensieri.

    Quella era una domanda difficile. Le mancava casa sua? Leanne non credeva che "mancare" fosse un termine adatto, almeno non come lo avrebbe inteso qualcuno che una volta era umano. Rivoleva la sua vita, l'eredità di sua madre, il proprio nome. Il suo nome le mancava, quindi sì, probabilmente le mancava un po' anche casa sua, ma era probabilmente l'ultimo sentimento della lista. Questa era la verità, ma cosa avrebbe dovuto dire a Garret? Avrebbe dovuto continuare a giocare la parte della ragazzine delicata e indifesa?

    Qualcosa mi manca..., ammise vagamente, sì, mi manca casa mia. In un certo qual modo. Mi manca la mia gente, la mia realtà. I miei progetti.

    Era piuttosto vicino alla verità. E sufficientemente vago da non rivelare troppo. Dubitava che il vampiro avesse frequentato abbastanza i drow da sapere qualcosa su Dihanne, sulla sua condizione, ma il suo aspetto, con quegli occhi di due colori diversi, era già abbastanza caratteristico senza offrire ulteriori indizi a tutti gli sconosciuti che incontrava.

    La verità è che non avrò mai indietro la mia vecchia vita. Un tempo era stata l'erede di Edara Lithiel. Era stata una giovane e promettente allieva. Una figlia rispettosa e degna di rispetto. Se anche fosse riuscita nella quasi impossibile impresa di riprendersi ciò che avrebbe dovuto essere, non sarebbe più stata quella stata persona. Sarebbe stata la regina. Avrebbe dovuto far prova di vero potere.
    E sua madre non sarebbe stata al suo fianco.

    Quindi non trovo utile indugiare in un simile pensiero. Preferisco concentrarmi su ciò che potrò ottenere per il futuro. È molto più stimolante.

    Allora Leanne ricambiò il suo sguardo. Non voleva perdersi nessuna delle sue reazioni.

    Tu senti la mancanza di qualcosa della tua vita?, gli chiese. Voleva capire se era effettivamente apatia, e in quel caso avrebbe voluto sapere anche se quella condizione era sintomatica del divenire immortali.
    Insomma da qualche parte una fregatura doveva pure esserci.
     
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