Un crepuscolo di vana illusione

Nuruana’el 1127 d.G.

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    L'oscurità cala quando muore il silenzio

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    La controbattuta della drow lo spiazzò per un istante, non se la sarebbe aspettata Un po' drastica come soluzione, ma giustamente, ad ognuno il suo Ironizzò. Non che lui all'epoca avesse fatto di meglio, anzi per niente. Certo non era stata del tutto colpa sua, certo come no, mai come quel giorno aveva dato dimostrazione di quanto spietato può essere un vampiro, una di quelle storie da raccontare davanti ad una bella tazza di thè e biscotti insomma.
    Se non altro era riuscito a strapparle un sorriso divertito prima della sua risposta, abbastanza vaga ma comunque esaustiva nel suo piccolo, diverse cose le mancavano, forse più della sua casa, lui di certo non poteva immaginare come fosse il veder tutto ciò che avevi presumibilmente costruito venirti portato via da un giorno all'altro senza alcun preavviso.
    Forse in parte qualcuno avrebbe potuto dire che anche a Garret fosse accaduta una cosa similare, ma la verità era che di quella casa non ne sentiva la mancanza, mai l'aveva sentita nemmeno quand'era in vita, non era mai stato abbastanza ambizioso per farsi dei progetti, anzi tutt'altro, tendeva a vivere alla giornata... Quante menzogne in quei pensieri che rasentavano il vero solo in parte, effettivamente un progetto l'aveva ideato ed era finita con lui morto con due dentoni scomodi in bocca.

    Leanne continuò a parlare, favoreggiata dal silenzio della sua controparte, parole che rispecchiavano la verità in fin dei conti se si lascia indietro qualcosa non la si può riavere Sola contro il mondo ed armata di un violino... Un sorriso gli piegò le labbra Chissà perché ho la sensazione che la tua sarà una vittoria schiacciante a prescindere Poteva suonare come una frase carica d'ironia, nonostante di battuta non avesse alcunché. Tutti combattono contro qualcosa, Leanne non era da meno, anzi forse lei più di chiunque altro.
    La domada che gli porse lo portò a riflettere per un istante, lui stesso non c'aveva mai pensato Così mi prendi in contropiede bestiolina Si passò un mano dietro al capo, ciò che aveva detto era suonato tutto fuorché apatico... Bah, tanto valeva mettere in fila le cose di cui sentiva effettivamente la mancanza Scartando le ovvietà, direi che mi mancano cose più astratte delle tue, come il profumo della vigna di mio padre, l'adrenalina che mi scorreva in corpo quando combattevo senza aver già un risultato scontato, il gelso distante qualche metro dal villaggio... Okay, quello non era astratto... Non era stata una risposta degna di tale nome, proprio per niente La mia vita all'epoca non era degna di nota, non ne sento particolarmente mancanza Non era stato vago perché l'aveva voluto, forse in parte, semplicemente davvero non s'era legato a niente di particolare...

    Poi arrivarono a destinazione, troppo lontana per poter riuscire a vedere ancora il punto di partenza, però forse n'era valsa la pena: la vegetazione in quel punto aveva dato il meglio di sé, dai fiori che parevano brillare colpiti dalla luna, ai cespugli colmi di foglie verdi ed argentee, pure gli alberi che attorniavano quella zona parevano oltremodo carichi di vita mentre curiosi osservavano i nuovi venuti nella loro statuaria immobilità.
    Garret s'esibì in un inchino plateale Prego signorina Leanne, si goda un momento di pace mentre il sottoscritto cerca della legna da ardere L'erba pareva bianca ed azzurrognola a causa delle luci che solo la notte sapeva regalare... Il suo piccolo angolo di paradiso d'allora e forse lo era anche in quell'istante.
     
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    LEANNE

    Sola contro il mondo ed armata di un violino...

    Era una frase che la descriveva abbastanza bene. Non era col mondo che aveva un problema, ma nella sua situazione tutto il mondo era potenzialmente una minaccia. Quindi, sì, le calzava a pennello.

    Chissà perché ho la sensazione che la tua sarà una vittoria schiacciante a prescindere.

    Leanne non era sicura se fosse ironico o dicesse seriamente. Nel qual caso, Garret dimostrava di essere piuttosto ingenuo. Leanne non avrebbe mai rinunciato a lottare e cercare di riprendersi ciò che era suo. Non avrebbe mai ceduto. Ciononostante era pienamente consapevole del fatto che era molto più probabile che finisse sgozzata in un qualunque vicolo da un servo di Nereyn o da qualche altro poco di buono. Sapeva perfettamente che le statistiche non erano dalla sua parte.

    Garrett poi rispose alla sua ultima domanda. Evidentemente non aveva un grande attaccamento al luogo da cui veniva. Non era degna di nota...aveva detto parlando di quella vita. Forse era per quella ragione che era diventato un vampiro? O quella era invece una storia tragica?
    Avrebbe voluto fargli altre domande ma queste rimasero momentaneamente bloccate nella sua gola. Era persa in uno splendido panorama, la prima cosa di reale bellezza che avesse visto da quando era salita in superficie. L'oscurità non velava quel panorama ma anzi sembrava metterlo in risalto. Per la prima volta da quando si era caricata del peso di quel cielo immenso, si sentì un poco più a casa, nonostante quel posto, alla luce del sole fosse la cosa più lontana che si sarebbe potuta immaginare.
    Prego signorina Leanne, disse Garret esibendosi anche in un divertente inchino, si goda un momento di pace mentre il sottoscritto cerca della legna da ardere.
    Legna da ardere? Garret l'aveva fatta camminare fino a lì per raccogliere dell'altra legna per il suo falò? E perché aveva voluto che lo accompagnasse? Forse per non lasciarla sola? Che il suo aspetto avesse risvegliato in lui un minimo istinto di protezione nei suoi confronti, come lei stessa cercava spesso di ispirare? Nel qual caso, apparentemente ormai le riusciva naturale farlo, anche quando non era intenzionale.
    Tuttavia, davanti a quello spettacolo, per un momento le sembrò del tutto irrilevante. Si sedette tra quegli steli d'erba, appena mossi dall'aria notturna, lasciando lo sguardo vagare su quel magnifico spettacolo fino alle stelle che in quell'oscurità rilucevano di tutta la loro bellezza.
    Grazie, Garret, per avermi portata qui. gli disse persa in quella visione.
    Grazie, davvero.
    E, per un momento, si dimenticò persino di lui.
     
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    Garret

    Addolcì il suo sguardo nel sentire quei ringraziamenti, perdendosi un breve istante a guardarla, seduta sull'erba mentre ogni singola cosa appartenente a quel loco pareva abbracciare la sua minuta figura.
    I motivi per i quali aveva voluto che lo seguisse erano molteplici, ma forse il più plausibile al momento, nel vedere la sua espressione era che se lo meritava. Il vampiro sarà potuto anche esser freddo -sotto più punti di vista-, a tratti stronzo e menefreghista, probabilmente con poche cose interessanti, ma nonostante oramai il suo cuore non battesse più riusciva ancora ad usarlo, osservando in silenzio una drow mentre ci scambiava qualche battuta, leggendo tra le righe delle sue espressioni e dietro ad ogni parola, com'era degno di un abile stratega quale era. Ma quella non era strategia, semplicemente aveva voluto portarla ove si sarebbe potuta lasciare alle spalle tutto l'accaduto, almeno per un po' Se hai fame i cespugli sono colmi di bacche Si premurò d'informarla con un tono di voce più simile ad un sussurro per non disturbare la quiete nella quale si stava crogiolando.

    Silente si dileguò, svanendo tra le ombre al fine di portare a compimento il compito che si era auto dato, senza allontanarsi troppo od abbassare la guardia, l'aveva imparato a sue spese in passato cosa accadeva nel farlo.
    Niente di buono per nessuno.
    In questo caso per lei.
     
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    Quel luogo doveva essere intriso di un qualche strano potere perché Leanne cedesse così facilmente al suo fascino.
    Le sarebbe piaciuto avere quel potere, incantare le persone al punto che avrebbero fatto qualsiasi cosa per lei, dimenticandosi chi fossero. Allora avrebbe creato un'armata, così rapidamente da darle il capogiro, e quella stessa armata avrebbe depositato ai suoi occhi qualsiasi cosa avesse voluto. Inclusa la testa di Nereyn.
    Eppure, nella pace di quel luogo, persino i suoi propositi di vendetta parevano annebbiati, distanti e confusi. In quel momento non si sentiva la Leanne fuggiasca, nascosta dietro stracci e un nome che non le appartenevano, si sentiva solo Leanne.
    Da qualche parte Garret le stava dicendo qualcosa ma le sue orecchie non erano in grado di sentirlo. Avvertiva chiaramente la sua presenza attorno a lei e sentiva che non la perdeva d'occhio un solo istante. Eppure non si sentiva minacciata. Per quanto assurdo potesse essere, si sentiva perfettamente al sicuro. Sorrise a quel pensiero.
    Forse non aveva il potere di quel luogo, forse non poteva radunare eserciti con un solo sguardo, ma evidentemente aveva avuto il potere di spingere persino un vampiro a prendersi cura di lei. Fosse anche solo per quella notte.
    Inspirò quell'aria a pieni polmoni, allargò le braccia e si lasciò cadere sdraiata sulla schiena. In un certo senso, avrebbe voluto che quel momento durasse in eterno. Fissava il cielo, quella stessa distesa imponente e senza fine che ogni giorno la opprimeva, e per una volta lo ammirò senza remore o paure. Avrebbe voluto suonare il suo violino, riempire quel luogo di una melodia adatta al suo stato d'animo, ma aveva lascito il suo strumento accanto al falò.
    Allora si mise a cantare. La melodia e le parole scaturirono dalla sua memoria senza neppure che se ne rendesse conto. Sua madre le la cantava da bambina, uno dei pochi ma sinceri gesti d'affetto che le aveva riservato quando erano sole. Lasciò quei ricordi riempire la sua mente come la sua voce riempiva la radura.
    Quando terminò, lasciò il silenzio rimbombarle nelle orecchie.
    Perfetto. Quel momento era semplicemente perfetto, e Leanne lo avrebbe portato nel cuore per il resto della sua vita.
     
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    Stava tornando indietro senza fretta alcuna, frenando i suoi passi nell'udire quel canto, un dolce insieme di parole melodiche che gli riempirono la mente come una carezza, portandolo effettivamente a rilassarsi dopo secoli.
    A quanto pareva quel luogo aveva mantenuta immutata la magia illusoria d'un tempo s'era riuscito a donar pace anche a quella drow. Riprese la sua avanzata tra le ombre di una notte diversa dalle altre, il canto era finito eppure viveva ancora nei suoi ricordi, un insieme di parole che non aveva voluto disturbare col suo muoversi.
    Tornò da lei con abbastanza legna per consentir al fuoco di continuare a vivere ben oltre la notte sottobraccio, ma con quale faccia tosta si sarebbe permesso di dirle di tornare indietro? Che motivo aveva per farlo? Ad occhio e croce nessuno.
    Depositò a terra i ciocchi, avvicinandosi nuovamente a quella delicata figura ora stesa a terra, intenta a godersi la pace e forse a contemplare il cielo. Avrebbe potuto farle penzolare davanti al naso il suo strumento musicale e rovinarle od migliorarle l'attimo... Avrebbe potuto e lo fece, senza dire alcuna parola, non ve n'era motivo.
    Poi nel caso l'avesse preso o meno, si sarebbe dedicato anche lui un momento di pace sedendosi a terra poco distante da lei, aveva delle foglie e piccoli rametti incastrati tra i capelli, una cosa normale per un vampiro insomma.
    Per il resto, beh appariva come sempre, forse un po' meno "ferale" ed un po' più "umano", come altro sarebbe dovuto apparire dopo aver udito quella canzone? Hai una bella voce bestiolina Tradì il silenzio con quel complimento esternato con un filo di voce, prima di volgere la vista al cielo sopra di loro, sempre lo stesso, immutato eppure che mai deludeva...
    Eppure quella sera pareva differire in qualcosa, anche se molto probabilmente ciò dipendeva dal vampiro e dal nuovo sguardo che vi aveva rivolto, meno nostalgico e più vivo... Chissà.
     
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    Fissava il cielo, godendo del silenzio.
    Stava giusto per pensare che comunque avrebbe davvero voluto il suo violino con lei, quando eccolo sospeso sopra di lei. Si sollevò di scatto e vide che Garret le stava porgendo il suo prezioso strumento. Lo afferrò e guardò Garret di sbieco mentre si sedette accanto a lei.

    Hai una bella voce, bestiolina., le disse mentre anche lui pareva perso nel panorama.

    E tu sei un ladro, dentone. sibilò ma con un sorriso sulle labbra.
    La musica è sempre stato un mio punto debole. L'ho sempre amata oltre misura. E poi gli rivolse un altro sorriso ma più deciso E poi sono piuttosto brava!

    E per dare prova a quell'ultima frase, imbracciò il suo adorato violino e ricominciò a suonare. Quello strumento era il suo fedele compagno. Aveva iniziato quella nuova vita con lui e grazie a lui aveva anche imparato a sopravvivere e scoperto quanto potesse essere forte, anche senza stuoli di schiavi e alleati. Anche da sola.
    Doveva però ammettere che quella sera, riscoprire il piacere di sentirsi al sicuro e sapere che qualcuno ti guardava le spalle era assolutamente piacevole e rinvigorente. Anche se forse si stava sbagliando e lui si stava preparando a squarciarle la gola o anche se, pur avendo ragione, lui stava agendo solo in base a una falsa idea di lei che gli aveva ispirato, come faceva con chiunque incontrasse. Avesse saputo chi fosse davvero e la sua vera natura di certo non l'avrebbe aiutata.
    Continuò a suonare e smise di pensare. Le note del violino riempivano la notte e la radura sembrava prendere vita alla sua melodia.
     
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    Quando gli diede del ladro la guardò fingendosi offeso Scusa tanto se te lo sono andato a prendere Il suo tono era tutto fuorché serio, anzi era suonata quasi come una battuta di una pessima recita, tradita dal suo sorriso.
    Poi gli disse qualcosa in più su di lei, banale probabilmente, ma se non altro veritiero e sincero; non ebbe di certo nemmeno nulla da dire sul suo auto apprezzamento, non avrebbe avuto modo di smentirla, perché in fin dei conti, era niente di meno che la pura verità. Quella ragazza era fottutamente brava, sia a cantare che a suonare il violino.

    Detto ciò iniziò a suonare ancora, dolci note capaci di render vivo anche un morto, facendo respirare la radura ed i suoi colori, portando la notte stessa a danzare attorno a loro stregata da quella delicata e soave musica.
    Delle note sulle quali il vampiro riviveva il suo passato ed i suoi desideri di allora, e probabilmente per la prima volta stava apprezzando il suo presente. Non come creatura della notte, in tutti quei secoli non aveva mai accettato del tutto la sua nuova natura, chissà come avrebbe reagito la drow nel venire a sapere la verità... Non le avrebbe cambiato niente, era pur sempre un succhia sangue ai suoi occhi; la dura legge della vita.
    Di certo in quell'istante poco importava.
    Lui stava vivendo ed apprezzando quello squarcio di presente come umano.

    E nell'istante in cui la melodia sarebbe giunta al termine, non avrebbe di certo evitato di lasciarsi andare in un applauso d'apprezzamento, non troppo veloce e nemmeno troppo forte.
     
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    Garret pareva perso nella melodia quanto lei. Probabilmente, se avesse voluto, questa volta avrebbe potuto manipolarlo con la sua ipnosi...ma visto che aveva condiviso con lei quel luogo meraviglioso per una volta avrebbe evitato.
    Si stava forse addolcendo? Non andava bene.

    Smise di suonare e guardò Garret. C'era una domanda che le frullava in testa da tutta la notte...

    Perché? Come sei diventato un vampiro?

    Probabilmente il dentone avrebbe svicolato alla domanda, se lo aveva inquadrato. Ma in quel caso avrebbe capito comunque alcune cose di lui, perché spesso era proprio nell'evitare di dire determinate cose che si rivelava di piu di sé, e nessuno lo sapeva meglio di lei.
     
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    Glielo domandò, un quesito per niente inaspettato che s'era fatto attendere fin troppo. Era normale chiederselo dopo un po', ignorando quanto potesse esser scomodo darvi una risposta.
    Per lui in un certo qual modo lo era, avrebbe dovuto rivelare altri particolari della sua precedente vita, oppure cercare in un qual modo di sviarli dandole una risposta raffazzonata ed approssimativa... Od ancora più semplicemente sviare la domanda Sono morto Ironizzò prima di scompigliarsi velocemente i capelli e sbuffare contro sé stesso, soffermandosi a guardare gli occhi bi-cromi di lei T'interessa davvero? Stranamente aveva già deciso di darle una risposta, vaga e povera di dettagli a prescindere da ciò che lei avrebbe detto a seguito del suo quesito.
    La sua storia davvero non valeva la pena d'esser raccontata, però Leanne pareva volerne scoprire le trame, delle cose più rilevanti almeno... Un fatto probabilmente dovuto alla sua situazione, probabilmente lui era il primo con cui aveva avuto modo di parlare dopo parecchio tempo, o per semplice curiosità.

    Infine, che la risposta della sua controparte fosse arrivata o meno, dopo essersi massaggiato gli occhi con due dita, saziò sebbene in parte la sua curiosità Per un mio sbaglio ed una concatenazione d'eventi per niente fortuiti... Il perché me lo domando anch'io Una vaga verità che probabilmente avrebbe portato ad altre domande, alle quali forse si sarebbe arreso, in fin dei conti non aveva senso sottrarvisi.
     
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    Per un mio sbaglio ed una concatenazione d'eventi per niente fortuiti...

    Voleva dire tutto e niente. Anzi non voleva dire assolutamente niente. Non che si fosse aspettata qualcosa di più. Ma ne rimase comunque delusa.

    Non è una risposta, dentone. e si rimise a suonare.

    Leanne era davvero curiosa. Non della vita di Garret, soprattutto prima di essere trasformato, insomma, che interesse poteva avere per la misera vita di un essere umano. No, era curiosa di sapere come era accaduto, chi lo aveva fatto e perché. Come era stato. Cosa aveva sentito.

    Cosa aveva significato ottenere l'immortalità. Cosa si provava.

    Quelle erano le risposte che Leanne si aspettava da lui.
     
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    Sospirò, aveva ragione quella non era stata per niente una risposta, nemmeno lui l'avrebbe apprezzata, sopratutto se voleva sapere e Leanne, beh lei di certo voleva conoscere cosa si celasse dietro al diventare un vampiro.
    Dovette intuire ciò che davvero s'era celato dietro alla sua domanda, ritrovandosi ad inarcare un sopracciglio nel momento in cui riprese a suonare, sarebbe stato un vero peccato rovinare una rinnovata melodia con la propria voce Vuoi ottenere una risposta e ti rimetti a suonare? Un sarcastico ed inutile accorgimento il quale a stento sovrastò le note del violino.
    Questa volta non si lasciò trasportare lontano da esse né lasciò vagare il proprio sguardo, no questa volta lo tenne incollato su di lei lasciando che la musica non facesse altro che da sottofondo per una storia non così tanto eclatante.

    Attese ben poco prima di prender effettivamente parola È stato come un doloroso incubo, stavo tirando le cuoia quindi la vista non mi ha aiutato poi chissà quanto. Probabilmente ho ingerito del sangue o la mia bocca ormai n'era pregna, non ne sono del tutto certo, il mio corpo però ha cercato d'opporsi di rigettare qualcosa che non gli apparteneva, bruciava e si contorceva su sé stesso, le ossa parevano minacciare di spaccarsi, il tutto nella più totale immobilità. Un dolore insopportabile e dilaniante durato sino a che la morte non è calata su di me. Poi Leanne, ciò ch'è accaduto non è stato piacevole, per nessuno.
     
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    Alla sua provocazione Garret reagì esattamente come si era aspettata, prima con un lieve e divertito sarcasmo e in seguito con una risposta vaga e inutilmente emotiva. Poteva avere tutte le ere del mondo a portata della sua mano, tutto il potere accumulabile in secoli e secoli di lavoro, canini in grado di squarciare qualunque cosa cosa incrociasse il suo cammino, eppure Garret sarebbe rimasto sempre e comunque un semplice e misero essere umano.

    Vuoi ottenere una risposta e ti rimetti a suonare?, la aveva provocata.

    Leanne rispose al suo sguardo, fisso nel suo. Non smise di suonare e non distolse il contatto visivo.

    È stato come un doloroso incubo, stavo tirando le cuoia quindi la vista non mi ha aiutato poi chissà quanto. Probabilmente ho ingerito del sangue o la mia bocca ormai n'era pregna, non ne sono del tutto certo, il mio corpo però ha cercato d'opporsi di rigettare qualcosa che non gli apparteneva, bruciava e si contorceva su sé stesso, le ossa parevano minacciare di spaccarsi, il tutto nella più totale immobilità. Un dolore insopportabile e dilaniante durato sino a che la morte non è calata su di me. Poi Leanne, ciò ch'è accaduto non è stato piacevole, per nessuno.

    Ed ecco la risposta vaga ed emotiva.
    Dolore. Gli umani non sapevano parlare d'altro. Erano talmente fragili e tediosi.
    Poi Leanne, ciò ch'è accaduto non è stato piacevole, per nessuno. Questa era l'ultima cosa che le aveva detto.
    Piacere. Come se fosse ciò che potesse interessare a chiunque ambisse alla condizione che Garret aveva acquisito quasi per caso. Come se fosse ciò che avrebbe potuto interessare lei. Fosse stato il piacere che lei ricercava le sarebbe bastato suonare per qualche povero e ridicolo imbecille umano a capo dei una altrettanto ridicola città umana e convincerlo coi suoi poteri a darle tutto ciò che potesse soddisfare i suoi appetiti.
    Gli uomini ragionavano così, maschi ragionavano così. Ecco perché il loro posto era ai suoi piedi.
    No, lei voleva molto di più.

    Davvero non hai ottenuto nulla di valore dalla tua condizione?

    Non che questa volta si aspettasse una risposta soddisfacente ma per fare.i capire che era una domanda seria smise di suonare e si inginocchiò proprio di fronte a lui. Piantò i suoi occhi in quelli di quella misera creatura e attese.
     
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    Lei si aspettava chissà cosa, si comportava probabilmente ancora fin troppo da essere umano, qualcosa che doveva infastidirla. Aveva smesso di suonare, inchiodando a sua volta gli occhi su quelli di lui, giusto, lei ambiva al potere, come aveva potuto dimenticarlo? Una cosa che aveva fatto divenire la sua curiosità abbastanza insistente ed a tratti fastidiosa Forza Iniziò, sfoggiando un sorriso sbieco Dormire è diventata una cosa superflua, l'immortalità, un potere senza pari... Sentiva il suo profumo, un odore di terra e notte, ne avvertiva il cuore battere, una cosa che lo portò a deglutire a secco.
    Inconsciamente aveva messo in mostra le zanne ad ogni parola ch'era uscita dalla sua bocca, zanne che sino a quel momento aveva tenuto celate come meglio poteva ...Una dannatissima sete di sangue... Non andava per niente bene, affatto ... Hai un buon odore Una luce attraversò gli occhi del vampiro, sinistra e maligna.
    Questo davvero non andava bene, non voleva farle del male, però non si nutriva da così tanto tempo...
    Non gli sarebbe costato niente saltarle addosso e...

    Si ritrasse scuotendo il capo al fine di riaversi, si era lasciato trasportare da delle sciocche parole e le circostanze Cazzo Un imprecazione giunse prima di possibili scuse, nemmeno sapeva se l'aveva effettivamente spaventata, nah di certo non era accaduto, sarà stata anche una creaturina all'apparenza dolce e delicata, ma s'era arrivata sin lì, ci voleva ben altro che un vampiro di vaga credibilità per spaventarla.
     
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    Finalmente! Forzare la mano era servito a qualcosa!
    D'un tratto l'atteggiamento di Garret cambiò sensibilmente. La guardava di sbieco, infastidito.

    Dormire è diventata una cosa superflua, l'immortalità, un potere senza pari...

    Ed eccolo lì, finalmente, il suo vero volto. Leanne lo vide deglutire più volte, fissarla con una luce diversa negli occhi, le zanne snudate a luccicare nel buio. La guardava come lei avrebbe guardato una bistecca dopo mesi di fame. Quella era la sua vera natura. Con molta cautela Leanne, senza tradire alcuna tensione e continuando a fissarlo tranquilla, infilò la mano nella manica sinistra.

    Una dannatissima sete di sangue... continuò il vampiro con la voce roca. Hai un buon odore. E Leanne lo avvertì.

    Lo vide nei suoi occhi. Voleva morderla. Entrambi si mossero allo stesso momento. Garret si ritrasse imprecando, troppo intento a cercare di controllarsi per accorgersi della sua reazione. Perché Leanne reagì. Non sarebbe certo diventata la cena del primo cane incrociato nel buio. Come al solito, la sua strategia, quella che l'aveva protetta da una vita, aveva funzionato in maniera egregia. Garret si era lasciato imbambolare dal suo aspetto e non solo non l'aveva minacciata per cibarsi, ma addirittura si era preoccupato della sua incolumità, al punto che la stava proteggendo persino da se stesso. E questo le aveva regalato quello spiraglio che spesso le aveva permesso di salvarsi la vita. Non appena il vampiro aveva abbassato la guardia, cercando di controllarsi, Leanne aveva estratto il lungo pugnale che portava legato all'avambraccio e lo aveva puntato alla giugulare del poveraccio.
    Era più pesante di quanto ricordasse. Odiava maneggiarlo. Lei era una drow nobile, un'erede, non un soldato. Quel compito spettava ad altri. E quel maledetto pugnale avrebbe sì dovuto difenderla ma nelle mani di qualcun altro. Ma se si vuole sopravvivere...e lei certo voleva farlo. Quindi non era una combattente, e non lo sarebbe mai diventata, ma infilare quella volgare lama nel collo di qualche povero idiota non sarebbe certo diventato un ostacolo ai suoi piani.
    Lo aveva fatto così tante volte in quei 17 anni.
    Eppure quella volta si fermò. Non sapeva bene il perché. E la cosa la infastidì non poco. Era china su quel vampiro, con ancora le zanne snudate, puntandogli il pugnale al collo e senza distogliere lo sguardo da lui, ma senza affondare.

    Attento, cagnolino, gli sussurrò lentamente mentre Garret continuava a scuotere il capo, cercando di tornare in sé, mostrare i denti non è certo cortese né elegante. Una Signora potrebbe fraintendere.

    Dannazione, pensò, mi sto rammollendo. Rimase là, col pugnale puntato, incapace per il momento di ferirlo, seriamente. Che poi, avrebbe davvero potuto ferirlo con quell'arma? Non ne era sicura. Quindi magari non era una così brutta cosa.
    Si limitò allora a continuare a fissarlo, con sguardo deciso e rilassato, aspettando di vedere se avrebbe continuato a preoccuparsi per lei o se avrebbe cercato di attaccarla seriamente.
    Forse aveva appena sprecato la sua unica possibilità di uscirne viva, ma, per la Dea, almeno era riuscita a intravedere il vero volto di quella bestia sanguinaria e non solo quel pallido residuo di umanità che si rifiutava di abbandonare. Lo aveva intravisto solo per un momento, ma era stato meraviglioso, per quanto - e non lo avrebbe mai ammesso ad anima viva o morta - se la fosse quasi fatta sotto.
    Lo squadrò mentre lui cercava ancora di riaversi e sorrise feroce.

    Avanti...rinfodera le zanne, cagnolino!
     
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    Come aveva ipotizzato, lei non era una drow fragile ed indifesa, la lama che gli puntò alla gola n'era la conferma. Un pugnale ad occhio e croce fin troppo sbagliato per lei, un'arma che gli stava solleticando la carotide, avrebbe potuto ammazzarlo, certo le possibilità erano poche ma non si poteva mai sapere.
    Bel modo di ringraziare qualcuno che stava cercando di non morderti a morte... Ma quello era semplice istinto di sopravvivenza, come biasimarla?
    La guardò, non per minacciarla -a quello bastavano le zanne-, afferrando la lama con una mano guantata da un armatura di vecchia data, avrebbe potuto tranquillamente spostarla senza alcun problema, eppure non lo fece. Non nell'immediato almeno.
    Gli stava sorridendo feroce, di certo non per minacciarlo, od almeno così sperava. Non era la prima volta che perdeva il controllo, forse la prima in cui stava riuscendo ad averla vinta con una possibile preda a poca distanza... No, lei non era una "possibile preda", aveva un dannatissimo nome e tutto il resto...

    Con delicatezza e senza alcuno sforzo spostò la lama dal suo collo, una mossa azzardata per entrambi, più o meno; stava ancora mostrando le zanne senza l'intenzione di farlo, però... Dare del "cagnolino" a qualcuno... Non credo che sia poi così tanto cortese... Lasciò la presa dal pugnale, per quanto pareva che avesse apparentemente vinto quell'insulsa battaglia contro sé stesso, magari lei avrebbe preferito avere dalla sua parte la garanzia di poter avere qualcosa che potesse anche solo illusoriamente difenderla
     
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