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    Adalia SyntheDrow ✦ 471 ✦ Etero ✦ #001
    Il corteo si mise in movimento a partire dalla villa-reggia. Un piccolo drappello di armati in panoplie da parata (inadatte al combattimento ma belle da vedere) lo precedeva, seguito dal suo calessino – trainato da una giovane, elegante sajuta.
    Dietro veniva il resto della parata, dal neo-nominato Primo Capitano L’Estant, vestito a festa (i suoi abiti potevano dettare la moda della nascente Marina Regia?), ai suoi ufficiali e al resto dell’equipaggio tirato a lucido. A questi ultimi era affidato il compito di portare la bandiera, distesa perché tutti potessero vederla.
    Adalia sorrise dietro il ventaglio. Li stava letteralmente mettendo in mostra.
    Tutti dovevano vedere e rendersi conto di quale “scatto” Vandyra stava per fare verso la gloria. Tutti dovevano rendersi conto che, sì, grazie a quella bestia di legno che dormiva nel loro “porto” stava per muovere i primi passi verso la costruzione di un regno e, chissà, persino un impero.
    O sognava in grande, o non aveva senso sognare affatto.
    La parata tagliò in due la città, attraverso la folla assiepata ai bordi delle strade, affacciata alle finestre, che si sporgeva come poteva per guardare la regina.
    Malina la attendeva la molo, anche lei con una livrea degna del suo nuovo incarico. Non sarebbe certo salita su quella nave come una comune drow. Anche perché non lo era: a differenza sua e delle femmine della sua precedente patria, sapeva come usare la spada che portava al fianco. Avrebbe potuto sceglierne una da parata, invece aveva tenuto fede al suo dovere di proteggerla. Quando i maschi rallentarono e si disposero a farle ali ai fianchi, la maestra di palazzo venne avanti e le porse la destra, con la sinistra chiusa a pugno dietro la schiena.
    Adalia fermò la vettura e le cedette le redini, alzandosi. Con la mano ora libera strinse la sua e si lasciò aiutare a scendere dalla vettura come se ne avesse bisogno. Solo quando un maschio del seguito venne a prendersi cura della sajuta per spostare il calesse si concesse di avanzare verso la Ner’Verar.
    Vis Revar e i suoi ufficiali l’avrebbero raggiunta per occupare il loro posto di lì a un momento.

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    OutfitCoronaVentaglioNessun incantesimo

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    Adalia SyntheSO3Ggc4
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    — Trovo che questa sia una ragione in più per affermare Vandyra come la miglior opzione a queste potenziali braccia, Vostra Maestà.
    Aveva colto il punto. Be’, non che gli avesse lasciato margine di dubbio. Mise una fetta di prosciutto (ci chiamava così il maiale essiccato, giuto?) su dell’altro pane e lo sbocconcellò, mentre Malina procurava al capitano L’Estant la mappa che aveva chiesto. Avrebbe dovuto ringraziarla per quello sfoggio di pazienza.
    Quando la maestra di palazzo fu di ritorno, ebbe anche l’accortezza di portargli fogli e matite. Era una fortuna che fosse dalla sua parte e non sua nemica.
    Vis Revar se ne giovò per tracciare la posizione di Vandyra tra i monti. Le disegnò – e illustrò a parole – il percorso che lo aveva condotto da loro.
    Quanto più a nord si trovavano gli Uomini Cornuti, quindi? E a nord verso i ghiacci, oppure a nord-ovest, ma sempre sopra le loro teste? Se si erano correttamente intesi in Comune, voleva dire che erano lineloriani, o che comunque avevano costanti contatti con il Continente. China sulla mappa, Adalia ascoltava in silenzio, valutando ogni punto toccato dalle dita del capitano. Altri villaggi significavano potenzialmente altri sudditi, altre tasse. Fossero stati drow, meglio ancora, ma l’importante era che fossero braccia utili alla sua causa. Tanto era già destinata a governare sulla gente di quell’isola, quindi… non vedeva la differenza.
    — Una delle famiglie prominenti del secondo villaggio, i Sangue-Grigio, ha un suo ramo stabilito qui. A quanto pare, c'è una vecchia miniera d'argento che la Compagnia Commerciale di Hyrle aveva aperto, diversi decenni or sono. L'hanno abbandonata quando il filone è sembrato esaurirsi, ma i locali hanno continuato a scavare, trovandone un altro. Può essere utile... ereditarla da costoro.
    Adalia dovette sforzarsi per non dimostrare eccessivo interesse. Argento… quello era importante. Per cominciare a battere una moneta degna di un regno, il metallo prezioso era più che vitale. Se avessero trovato anche dell’oro… ma per quello rischiavano di dover combattere con i nani ed era davvero precorrere i tempi.
    La matita proseguì il suo viaggio fino a un’isola a nord-est di Vandyra (e di quello che poteva diventare il suo golfo). — E qui l'isola, il cui possesso vi renderebbe padrona di tutta l'insenatura, con uno strategico sbocco sul Mare dell'Aurora.
    Adalia ne studiò la forma abbozzata. Le sarebbe piaciuto sapere quanto era grande, se era coltivabile, quanti abitanti poteva ospitare. Ma erano tutte informazioni che avrebbero potuto raccogliere solo dopo lo sbarco. Prima dovevano convincere gli oriundi della loro buona fede, poi potevano cominciare a far lavorare gli abachi.

    Possiamo organizzare una delegazione da inviare in missione di pace.

    Tamburellò sul villaggio della miniera con l’unghia dell’indice. Poteva essere una buona occasione per testare la lealtà di kyne Torep, ma come proporle quel compito senza mostrarlo per la poca cosa che era? Poteva magari suggerire di mandare uno dei suoi consanguinei insieme a una piccola delegazione delle Dodici Famiglie. Sarebbe stato come farla sentire destinata a diventare la tredicesima. Se poi si fosse proprosta di andare di persona…

    Quanto riterrete serva da Vandyra all’isola?

    In due ottadi al massimo poteva organizzare il varo della nave senza eccessiva difficoltà. Riusciva già a immaginarlo e, se poteva immaginarlo, allora poteva anche metterlo in pratica.

    Soprattutto… supponiamo che gli oriundi saranno collaborativi e che accetteranno la nostra offerta, ma non possiamo pianificare guardando al migliore scenario possibile.

    Se vuoi la pace, devi sempre prepararti per la guerra. Nel migliore dei casi, lascerai le spade dei tuoi maschi nei foderi. Nel peggiore, la tua frusta sarà pronta a farle brillare.

    Perciò, se gli isolani si rivelassero ostili, come procedereste?
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    Benvenutissima, Camilla!
    Vedo che dany ha già fatto gli onori di casa, quindi non devo ripetermi. <3
    Sono sicura che qui con noi ti troverai benissimo. Siamo tutti buoni buonissimi. u3u
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    Adalia SyntheSO3Ggc4
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    Non sarete delusa, Vostra Maestà.
    Di questo era certa. Non avrebbe investito su di lui, altrimenti. Vandyra non aveva fondi da disperdere in investimenti deludenti. Quindi propode un brindisi.
    Vis Revar (era saggio chiamarlo per nome?) si verso due dita di vino. — Vi ringrazio per questo onore. Scoprirete che non sarà stato mal riposto. — Tese il calice verso il suo. — Al regno e a voi! E sia illuminato dal bruciare dei relitti degli Uomini Cornuti.
    Quello sì che era un brindisi degno di tale nome.
    Il vetro tintinnò al contatto, poi Adalia lo portò alle labbra. Doveva mostrargli che quel loro accordo si fondava su una solida base di fiducia. Non lo avrebbe accusato di volerla avvelenare, quando stava per consegnargli una lettera di corsa. Non era modo di fare.
    Vis Revar la imitò. — Una volta installata la bandiera reale sulla Ner'Verar, Vostra Maestà, traccerò la rotta per l'isola. E circa questa celebrazione, coprireste il mio equipaggio d'onore se presenziaste. Finiti i preparativi, con Malina a seguirmi, farò vela e installerò un vostro avamposto.
    Adalia annuì.

    Una simile occasione richiederà un’adeguata preparazione.

    rifletté, però era fattibile. Avrebbe dovuto far cucire una bandiera, preparare gli inviti per le nobili, magari organizzare una piccola parata. Doveva essere un vero e proprio evento, che rimanesse impresso nella mente dei suoi sudditi per i denecci e i secoli a venire.
    — Suppongo che Malina agirà in vostra vece, ma se avete speciali ordini su come relazionarsi con eventuali autoctoni, non avete che da dirmi e la vostra volontà sarà fatta. Se posso permettermi di avanzare suggerimenti in merito...

    Purché non stiate per suggerire di decimare gli oriundi…

    Del resto, i cadaveri non pagavano le tasse. I non-morti sì, supponeva, guardando verso Dolor Amorth, ma dei sudditi in grado di vivere in superficie avevano ulteriori vantaggi: potevano coltivare frutta e verdura, procurare un’utile facciata per commerciare con popoli restii ad avere a che fare con loro (come gli elfi…) ed erano comunque membri produttivi della società. Avrebbero reso Vandyra la capitale di un regno senza bisogno di dissanguarla. I coloni che avrebbero preso il loro posto, invece, da qualche parte dovevano pur venire, quindi le case nel sottosuolo si sarebbero svuotate. Già le mancava forza lavoro per il tempio; ogni paio di braccia sottratto alla capitale (suonava bene chiamare Vandyra “capitale”) rischiava di superare il confine tra una società florida e una non più in grado di sostentarsi.
    Ma, prima di fargli notare tutto questo, lo avrebbe lasciato parlare. Doveva pur dargli la possibilità di dimostrare che i testi si sbagliavano. Anche i maschi erano capaci di pensiero razionale, quando volevano.
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    Adalia SyntheSO3Ggc4
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    — E non deluderò le vostre aspettative. Ciò affermato, Vostra Maestà, una guerra richiede risorse. Lo comprenderete certo meglio di quanto possa farlo io, ma è così.
    Era un modo di dirle di andarci piano… o di iniziare a negoziare per ciò che voleva? Probabilmente la seconda.
    — E quelle di Vandyra, al momento, sono alquanto limitate. Funzionalmente, si riassumono nella mia nave e il suo equipaggio.
    Appunto. Be’, era quasi esatto, ma non lo avrebbe corretto. In quel punto della contrattazione, capiva la sua esigenza di pesare. Evidentemente, non stava per chiederle briciole. Se solo avesse saputo che poteva risparmiare buona parte di quelle energie… ma dal modo in cui ciascuno avanzava le proprie richieste si capiva molto di quanto effettivamente si poteva concedere.
    — Non sappiamo molto di questi nemici e ciò rende imperativo acquisire informazioni. Non abbiamo molte risorse, e ciò rende imperativo incamerarne altre. Al momento impegnarsi in una guerra a spada tratta è improponibile, non sapendo l'entità delle forze di questi Uomini Cornuti. E una nave pirata non è una regale ammiraglia.
    Naturalmente, solo un’idiota avrebbe potuto voler caricare a testa bassa contro un nemico più grosso e potenzialmente pericoloso. Be’, lei aveva tempo e un po’ più cervello di così. Ma questo non voleva dire che non desiderasse la legittima dipartita di chi l’aveva chiamata puttana. Quanto tempo sarebbe occorso era questione di sapersi scegliere i bocconi da masticare.
    Vis Revar le offerse un inchino. — Vi offro i miei servigi, Vostra Maestà, con l'annesso di quello che può comportare una nave da guerra e un equipaggio già pratico nei mestieri bellici, ma non come mero pirata. Non sarebbe dignitoso per il Vostro nome, in primo luogo. Non aprirebbe bene un capitolo della storia della Vostra città ed è una vita che mi è venuta a noia. Vi chiedo una regale lettera di corsa, il riconosciuto grado e titolo di Primo Capitano della vostra Regia Marina dichiarato in forma pubblica e una bandiera ufficiale per la Ner'Verar.
    Ci era arrivato, dunque. Poteva imbellettarlo quanto voleva, ma protezione politica e un nome pulito. Se desiderava farlo passare come qualcosa che faceva per il suo bene… che facesse pure. Non aveva obiezioni a quel genere di finezze, finché dietro restava una sostanza di qualche valore. Anzi apprezzava chi sapeva intessere certi fili senza annodarli.

    Naturalmente, non vi avremmo mai concesso di servire Vandyra come pirata, capitano.

    Sorrise, giocherellando con l’orlo del suo bicchiere, di cui solleticò l’orlo con un polpastrello. Voleva una fetta di potere? Sarebbe stata lei a tagliargliela, su misura per accrescere di volta in volta la sua fame. Finché avesse riconosciuto la sua mano come l’unica che poteva saziarlo, non l’avrebbe mai morsa. Si sarebbe piegato, come tytti gli altri, e le avrebbe portato Linelor su un vassoio, se gliel’avesse chiesto.

    Quando condurrete la Ner’Verar fuori dal porto, ci aspettiamo che farete onore al nome di Vandyra e ai suoi colori.

    Questo voleva dire anche non bruciarlo in azioni avventate e coprire di ridicolo la sua nuova patria, ma supponeva che almeno quel punto sarebbe stato l’ultimo dei suoi pensieri. Aveva fatto un ottimo acquisto e a un prezzo molto più che stracciato. Solo perché a un albino con una nave da guerra la vita da pirata era venuta a noia.

    Avrete la vostra lettera.

    L’avrebbe scritta di proprio pugno, firmata e sigillata con particolare piacere.
    Si versò due dita di vino.

    Prima, però, brindiamo.

    Sollevò il calice verso di lui. Dovevano pur dare valore a quel vino che con tanta cura era stato strappato ai cugini di superficie.
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    Adalia SyntheSO3Ggc4
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    Il capitano L’Estant non si offese, né protestò per quell “supponendo”. Questo gli faceva onore. Lo rendeva anche più utile e affidabile di molti altri.
    — Sorvolando sull'atto di lesa maestà fatto dal nostro comune amico scrivano e il suo aver paventato un atto di guerra, cosa sappiamo di questi Uomini Cornuti?
    Già, meglio sorvolare sui motivi per cui avrebbe appeso lo scrivano al soffitto come un suino a sgocciolare.
    Anche se non era necessario, il capitano fece un rapido sunto delle informazioni che avevano raccolto, giocherellando intanto con la coppa.
    Adalia o ascoltava in silenzio. Forse amava un po’ troppo il suono della propria voce, ma se le avesse dato un regno vero e proprio poteva anche perdonarlo. La perfezione, dopotutto, non apparteneva nemmeno a Xura.
    — Ottenere una loro nave ci permetterebbe di acquisire informazioni più dettagliate. Avremmo delle mappe, delle carte nautiche, forse delle nuove coppe con cui accedere alla loro rete di scrivani e furieri... perché ho la sensazione, Vostra Maestà, che quella che abbiamo appena usato non sia più sicura.
    Su quello probabilmente aveva ragione. O magari era solo eccesso di zelo… ma nemmeno lei si sarebbe sentita sicura a usare quella coppa. E forse nemmeno serviva, non se il suo unico contatto era con quello scrivano. Da lui non voleva udire altro che versi di agonia.
    — Un avamposto al di fuori delle caverne potrebbe fare da torre di guardia a Vandyra. Sarebbe un occhio con cui spiare le loro manovre e... Un approdo commerciale con cui avvicinarsi ai villaggi e le piccole città tra le coste e le isole.
    Questo era interessante. Nessun mercante si sarebbe avventurato volentieri nel sottosuolo e, per quanto apprezzasse le leccornie che venivano da Dolor Amorth, non le piaceva l’idea che loro intercettassero tutto il commercio proveniente dalla superficie grazie alla migliore posizione geografica.
    — Anche ponendo che sia un equivoco e che gli Uomini Cornuti abbiano intenti pacifici - e con quell'organizzazione, Vostra Grazia, non posso che dubitarne come dubiterei di uno spettacolo di monsieur Valnif - non fare nulla lascerebbe loro tutti i guadagni e le rotte della superficie. Sempre considerandoli pacifici, una volta abbandonato a loro il monopolio totale del Mare, dove vi procurereste schiavi? O prodotti di commercio?
    Non aveva idea di chi fosse questo Valnif, ma non serviva per dubitare degli §Uomini Cornuti. L’unico Uomo Cornuto buono, ormai, era un Uomo Cornuto morto. E di certo non era disposta a lasciare a una simile organizzazione il monopolio del Mare.
    — Ogni azione ostile porterebbe comunque ad un conflitto con loro, in futuro.
    Quello era poco ma sicuro. Avrebbe fatto in modo che fosse così… e che della loro organizzazione non restasse nemmeno il ricordo. Dargli tempo di organizzarsi, come notava lo stesso capitano, non era minimamente una buona idea.
    — Con una loro nave, una volta scoperta la posizione d'un loro porto, potremmo infiltrarci — concluse il capitano, non senza un certo effetto teatrale.
    Adalia lasciò a quelle parole il tempo di dissolversi nell’aria. Visto che in teoria stavano ancora mangiando, prese un boccone di pane e formaggio, come se volesse usare quel tempo per pensare. Più semplicemente, voleva tenerlo sulle spine.

    Ci sembrano buone premesse, capitano.

    concesse, quando non ebbe più motivo di rimandare.

    Questa… organizzazione deve essere smantellata fino all’ultimo elmo cornuto. Ci aspettiamo che nel prossimo futuro questi uomini siano morti o schiavi.

    Ghignò. Era tentata di dirgli che, poiché non dimostrava alcun palese interesse per i propri profitti in quella questione, sarebbe stata lei a decidere come ricompensarlo, ma perché rovinargli la sorpresa? Già era raro ricevere seconde opportunità. Addirittura delle terze… era davvero chiedere troppo.
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    Adalia SyntheDrow ✦ 471 ✦ Etero ✦ #001
    Non si aspettava di ricevere una visita ufficiale tanto presto. Certo, due decenni non erano poi pochi, ma Vandyra non era ancora come la sognava. Eppure qualcuno l’aveva trovata.
    Si era presentata come Talera Torep, nobile di famiglia, benedetta da Xura.
    Il genere di femmina che avrebbe voluto conoscere.
    «Kyne* Torep è arrivata, vostra maestà» la informò Malina, la sua assistente-cameriera, guardia del corpo e maestra di palazzo. Le sue responsabilità erano molte, ma aveva dimostrato di amarle dalla prima all’ultima. E non c’erano dubbi che le fosse fedele – come una drow poteva esserlo, almeno.
    «Arrivo.» Adalia si alzò dal tavolo da toeletta, indossò la corona e si recò nella Sala delle Udienze.
    La immaginava già affrescata, con la storia (magari un po’ romanzata) della fondazione di Vandyra dipinta sul muro di fronte alla porta, che adesso era coperto da un’alternanza di panoplie e arazzi che celebravano le famiglie fondatrici: quelle che avevano partecipato alla spedizione con la speranza di fornire le forze armate avevano fornito le loro armature di famiglia; quelle che avevano messo i soldi o le arti, avevano fornito arazzi con gli stemmi. In tutto, erano una dozzina e tutte avevano voluto dare un segno tangibile della propria presenza nella sala del potere.
    Adalia sorrise e prese posto sul trono, in attesa della sua ospite. Poiché le aveva chiesto un’udienza formale, era ciò che le avrebbe concesso.

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    * kyne sta per "lady". Non mi piace l'idea di usare parole straniere, né di usare "dama" (perché il corrispettivo è "don" ed è subito Zorro nella mia mente. XD), quindi ho droppato una parola drow adeguata. XD
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    Adalia SyntheSO3Ggc4
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    Lo scrivano annuì e si carezzò la barba. Si guardò alle spalle. — Ah, sarebbe davvero una meraviglia. — Si stiracchiò, alzandosi. — Niente di meglio di una bevuta tutti assieme per combattere la noia. Aspettatemi un momento, però. Uno solo, ho... un'altra chiamata di là.
    A chi voleva darla a bere? Neanche la prontezza di una scusa decente. Stava architettando qualcosa.
    E nemmeno aveva la presenza di chiudere il canale con loro.
    Anche senza vederlo, potevano sentirlo. — Non ha senso, ti dico. Non può essere. Li ho... da qualche parte sottoterra? Sì, oltre la terraferma. No, no... aspetta, Weysso...
    Era impossibile dire cosa fosse il rumore metallico prodotto dal suo armeggiare, ma un momento dopo la voce di Adalia risuonò, non più contraffatta.
    E lo scrivano commise un imperdonabile errore. — Ooh, sei una sveglia, eh puttanella?
    Adalia si irrigidì. Ogni signolo muscolo del suo corpo si tese. Se fino a quel momento era interessata per ragioni di stato ed economiche, adesso era personale.
    — Ascolta, chiunque tu sia; ti sto tracciando in questo esatto momento, "amico". Vedremo quanto avrai ancora voglia di fare la spiritosa con un bel gruppo di serkrs addosso. Stupida figlia di puttana.
    Adalia strinse le palpebre. La morte non sarebbe mai stata abbastanza. Doveva trovare qualcosa di peggio. Gli avrebbe fatto rimpiangere di essere nato. — Belle parole per essere un morto vivente. Non ci vedi, dico bene? — intervene il capitano L’Estant.
    — Ah, non me ne frega niente. Qualche giorno e vi avrò in una rete, feccia. Ce la rideremo, allora. Pensavate d'essere così furbi ed esilaranti con il vostro scherzo? Ah! E dire che c'ero quasi cascato. Oh, beh, l'ultima cosa che leggerò di voi sarà il rapporto dei serkrs.
    Adalia spense la candela, supponendo che questo avrebbe chiuso la comunicazione. Se avesse avuto ragione, si sarebbe poggiata contro lo schienale, intrecciando le dita dinnanzi al piatto. Altrimenti, avrebbe atteso che Vis Revar le mostrasse come tagliare quel filo. Poi, con un sospiro, avrebbe emesso il fumo che le modificava la voce.

    Abbiamo sentito abbastanza.

    avrebbe detto, perdendo il finto calore che aveva messo in quella farsa e tornando al normale plurale maiestatis.

    Ci aspettiamo che lo facciate soffrire, capitano. Malina, se riuscirete a portarmelo… respirante, avrai la ricompensa che mi chiedevi un mese fa.

    Malina corrugò le sopracciglia. — Desiderate che vada con loro?

    Sarai i nostri occhi, le nostre orecchie e la nostra mano.

    — Come desiderate, vostra maestà.
    Adealia le sorrise.
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    — Mmmh, no. Il marchingegno non funziona, eh? Colorami con la sorpresa! — comment lo scrivano Cornuto.
    Lei lo avrebbe colorato con qualcos’altro, ma per il momento avrebbe tenuto per sé quelle considerazioni.
    — Povero idiota. Spera solo che quel pezzo di carogna del sergente non lo scovi, oppure... eh, cinquecento-e-trentasei anni, proprio come dice lui! Mmh, qualche giorno fa l'ho sentito esplodere contro una recluta senza armatura. Ah, ma che dico? E' stato esilarante, la più assordante sfuriata a memoria d'uomo... No, nemmeno una ricalibrazione? Deve essere proprio fritta, perché continui ad apparirmi cieco.
    Per Xura, quanto parlava. Però era utile. Non sapeva cosa farsene delle farneticazioni di un sergente, ma il fatto che ne avessero uno implicava che fossero organizzati, persino troppo.
    Malina – quella santa creatura – convinse il capitano a intervenire con semplice e chiaro gesticolare.
    Avrebbe dovuto ricompensarla in qualche modo.
    — Avrò il tuo fegato per colazione, feccia di barile! Hai rotto la nostra coppa! — contribuì Vis Revar, levando il pugno contro la sua mezzelfa.
    Doveva riconoscere che era esilarante. Se avesse avuto meno controllo di sé, probabilmente avrebbe riso. Questo gli sarebbe di certo valso un qualche tipo di bonus, quando avesse decio quale ricompensa accordargli. O se.
    — Non te la prendere troppo, amico. È solo un idiota che ha maneggiato male la strumentazione. Se l'Altissima lo scopre, oh oh oh, fidati di me quando ti dico che avrà un gran pomeriggio con lui, fidati.
    Questo era più interessante. Chi era quest’Altissima? Sicuramente una rappresentante delle alte sfere. La domanda era: quanto alte? Era una carica religiosa o temporale? Oppure entrambe?
    — Certi imbranati stanno bene solo su di una croce. Dico bene?
    — Hwea, onesto alla Causa...

    Sì, ben detto!

    Non poteva tacere troppo a lungo, o avrebbe insospettito lo scrivano.
    — Ho detto che non è colpa mia! La coppa faceva schifo anche prima! Ci rifilano sempre i fondi di magazzino, qui!
    — Ah, per me dici il vero, amico. Solo, non farti sentire dai Corni Rossi... anzi, peggio ancora, dall'Altissima. Sai come se la prende male quando la gente si lamenta. La prende come una questione di lealtà per la Causa. Sarà che vien da sé con l'essere l'Altissima...
    I Corni Rossi erano un altro tipo di altra carica? Se si fosse fidata dell’intuito anziché della logica, avrebbe detto che erano n qualche tipo di guardia, magari riservata. O forse degli inquisitori. Ma la Causa? Era qualcosa di serio, o solo un modo di darsi un tono? Non poteva del tutto essere una sciocchezza, temeva; nessuno si sarebbe affannato tanto per qualcosa che non lo rendeva necessario.

    Se non vuole lamentele, dovrebbe scegliere meglio i suoi… collaboratori.

    Fece una pausa a effetto.

    Ma è l’Altissima, che vi vuoi fare. Non puoi chiederle di essere meno devota. Del resto, la Causa è la Causa.

    E, ripensando a quello che aveva detto prima, aveva la feroce sensazione che quella Causa avesse qualcosa a che fare con quegli schifosi demoni che appestavano Linelor.
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    Il capitano L’Estant si premette un pugno sulla bocca.
    Se non era per reprimere una risata, ne dedusse Adalia, voleva almeno nascondere un ghigno. Be’, ora non era il momento, ma dopo gli avrebbe “fatto notare” quanto poco saggi fossero certi comportamenti.
    Per ora aveva un Uomo Cornuto (e barbuto) da pelare. — Oh, per l'amor della dea... ecco cosa succede ad arruolare villici e rifilar loro paccottiglia di mercato. Ah, succede di continuo! — protestò l’umano.
    — Oi, maytoh, non è colpa mia! Prima funzionava comunque! Ti dico, è rotta! — intervenne la mezzelfa, fornendole un supporto non richiesto, ma apprezzato.
    Malina la fulminò con lo sguardo, per nulla contenta di vedersela sghignazzare in faccia.
    Sul momento non poteva dirle nulla (non con quella voce), ma dopo l’avrebbe placata. Non poteva lasciare immusonita la sua maestra di palazzo.
    — Se non è la demon-data verità. Ey, hai provato a girare il gwayn? — le chiese l’Uomo Cornuto.
    Adalia corrugò le sopracciglia. Che accidenti era un gwayn, ora? Be’, non le restava che improvvisare.

    Dammi un momento, collega.

    Mosse la coppa sul tavolo, strusciando e grattandola con le unghie per fare un po’ di rumore, come se ci stesse davvero smanettando.

    Niente, non funziona.

    Sospirò pesantemente.

    Per stavolta dovremo accontentarci. Mi assicurerò di ringraziare quell’imbecille. Dovremmo fargli ripagare la coppa di tasca sua, così impara.

    Stava tirando troppo la corda? Ma, se in preda all’ira lo avesse spinto a parlare, poteva scivolargli di bocca qualche informazione interessante.
    Certo, però, che se comunicavano attraverso paccottiglia incantata, si chiedeva quanto davvero pericolosi potessero essere questi Uomini Cornuti. Oppure risparmiavano su quello per investire in equipaggiamento? Se le coppe erano molte (e il solo segretario ne aveva dodici, dopotutto), poteva voler dire che erano in molti.
    Improvvisare e al tempo stesso elaborare le informazioni che stava raccogliendo per qualcun'altra sarebbe stato complesso, ma per lei era solo il minimo che tutti si sarebbero aspettati da lei. Per la fine della conversazione avrebbe avuto le idee del tutto chiare.
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    La fiamma s’inchinò e tremolo. Il filo di fumo che ne saliva era impregnato di magia. Una scintilla si staccò e crebbe fino a coprire buona parte del tavolo, rivelando un paesaggio che sembrava un tempio.
    Seduto dietro la scrivania con le coppe c’era un uomo (?) con un elmo cornuto sul capo. Ma poteva essere qualunque cosa, non necessariamente un umano. — Pronto? Uomini Cornuti qui, ti ricevo.
    Adalia sollevò le sopracciglia, alzando lo sguardo verso il capitano L’Estant. L’aveva davvero messa in comunicazione con gli Uomini Cornuti solo per provare le proprie parole?
    — Per quale dannato demonio di motivo la tua coppa non funziona? — la interrogò lo scrivano, confermando che almeno il capitano non era un idiota: aveva manomesso la coppa per fornirle uno spioncino.
    Be’, gli avrebbe retto il gioco. Sganciò il ventaglio dalla cintura e si sventolò in tre rapidi e secchi colpi, che fecero dondolare appena le ciocche candide ai lati del viso e la avvolsero in una nube di pallido fumo coloro corallo. Lo inspirò a fondo e sorrise.

    Temo si sia danneggiata, collega. Quell’idiota l’ha fatta cadere.

    disse, con un tono basso e gutturale, dal timbro chiaramente maschile. Meglio non tirare troppo la corda, per il momento, ma poteva essere una buona occasione per raccogliere da sé qualche informazione e mettere giù una carta: conosceva qualche trucco magico, come lui e praticamente qualunque lineloriano, ma ora Vis Revar avrebbe potuto interrogarsi su fino a dove i suoi fossero trucchi ed espedienti e dove invece cominciasse la vera scienza.
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    Adalia SyntheSO3Ggc4
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    Vis Revar le fece un inchino e si accost alla porta. — Malina, potreste entrare con il mio regalo per sua maestà, di grazia?
    La maestro di palazzo entrò, seguita da due portatori con una cassa. Con lei c’era anche la mezzelfa, vestita meglio di quanto avrebbe dovuto.
    Adalia inarcò un sopracciglio, ma almeno quel vestito non era uno dei suoi. Poteva farlo bruciare a cuor leggero… o regalarglielo, per dimostrare che la sua corte era munifica persino verso la feccia, dopotutto.
    Una volta aperta, la cassa rivelò due coppe di giada pallida – e di fattura non eccezionale; le decorazioni erano pacchiane, a voler essere generosa.
    — Siete in grado di tradurre la lingua delle loro iscrizioni?
    — Sì, ma Luhn'Zylvara può insegnarvela, se così la Regina desidera. Forse vi è apparso strano come linguaggio. E a buonissima ragione; è un dialetto elfico, nemmeno tra i più noti, rappresentato con dei vecchi grafemi umani, ma inscritto al rovescio, cifrato e capovolto.
    Impressionante, soprattutto per lo spreco di energie che doveva aver richiesto. Chiunque ci si fosse dedicato doveva essere paranoico, ossessionato dal proteggere la propria identità o il frutto della propria fatica. Quale delle due cose poteva valere così tanto e perché?
    — Posso avere una candela?
    Adalia annuì.
    Uno dei due portatori gliela procurò.
    Con quella, Vis Revar versò della cera nella coppa; sotto i loro occhi, essa cominciò a bollire e il capitano le porse la candela. — Schioccare le dita vicino alla fiamma, Vostra Maestà, vi porterà a risvegliare l'artefatto. Allora vedrete quel che dico, altrimenti... potrete liberarvi di me nel modo che riterrete più opportuno.
    Adalia sogghignò. Non le serviva certo il suo permesso per liberarsi di lui. Anche se forse, qualora avesse offerto resistenza, avrebbe potuto causare una non trascurabile quantità di danni. Non per questo lo avrebbe trattato con i guanti. Era pur sempre un maschio, oltre che un albino dagli occhi azzurri.
    Se non altro, questa volta le si era rivolto nel modo corretto.

    Ci auguriamo non sia necessario.

    Se non altro per tutto il disturbo che si era preso per portarle quella coppa.
    Avvicinò le dita alla fiamma quanto bastava e le schioccò.
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    Benvenuta e bravo a LelouchDeLamperouge per aver fatto proselitismo. <3
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    — Prezzo? — Vis Revar fece un cenno verso la porta. — Sì. In un'altra circostanza, un'altra persona avrebbe colto il momento per avanzare prezzi e tariffe. Tuttavia... che prove avete, ora come ora, che io stia dicendo il vero? Salvo la mia parola? Vi prego di non fraintendermi: mi onora che mi crediate, ma colgo la situazione sottostante. Presentemente, sono l'unica nave da guerra che avete, il che vi pone nelle condizioni di dover prendere quel che dico per vero. Se così non fosse, non avreste un modo facile per scoprirlo, almeno in tempi brevi. Ma se fosse vero, e non fidandovi mi mandaste via, non avreste alcuna difesa contro questi Uomini Cornuti.
    Adalia inarcò un sopracciglio. E gli concesse un sorriso. Il più bello e malefico del suo repertorio.

    Temo viaggiate troppo con la fantasia, capitano. Non abbiamo detto che vi crediamo. Vi abbiamo chiesto il vostro prezzo… e, per il futuro, non amiamo porre le stesse domande due volte.

    Non vedeva perché spiegarglielo, ma si poteva comprendere molto del proprio interlocutore dalle richieste che avanzava. Perché darsi la pena di scoprire se ciò che aveva da offrire era autentico, se per prima non aveva chiaro se lo fosse lui stesso? Non era suo costume negoziare con i truffatori e per riconoscerli spesso una domanda sola era sufficiente.
    —Vi porterò delle prove di quel che dico. Ma sono sincero e al vostro servizio, pertanto vi chiedo di sincerarvi che tutto sia vero — si offrì comunque il capitano L’Estant.
    Cortese, da parte sua. ma lo lasciò parlare.
    — Incaricate Malina di seguirmi. Di lei vi fidate abbastanza da saperla incorruttibile.
    Non era un’idea tanto spregevole, per quanto poco le piacesse la prospettiva di separarsi dalla sua maestra di palazzo – nonché guardia del corpo.
    — Tuttavia, ho un altro mezzo per assicurarvi che è la verità e null'altro che la verità. Ricordate il mio regalo? Se lo fate entrare, vi mostrerò.
    Certo che ricordava.

    Fatelo entrare, dunque.

    ordinò. Non era il suo metodo, ma poteva comunque funzionare. L’importante era il fine, non il mezzo.
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    Xura
    © Immagine originale by Billy Christian
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    La sua forma originale era quella di una lamia anfibia dalla pelle perlacea, le scaglie color antracite e i lunghi capelli bianchi. Come emanazione di Dirhalen, incarnava la parte più profonda e oscura degli abissi marini e i loro pericoli.
    Ritenendo che gli elfi non la venerassero abbastanza, spinse una parte di questi a rivoltarsi contro i loro fratelli, scatenando quella che poi prese il nome di Grande Guerra. Offesa da tutto quel sangue versato per un futile motivo, Kamalai la punì trasformando la sua coda in un corpo da aracnide, quindi privandola della possibilità di tornare al mare. Dirhalen si rifiutò di aiutarla, risentito per ciò che aveva fatto.
    Della sua forma originale ora non le restano che gli occhi rossi, ma la sua pelle si è fatta rosea e i capelli biondo grano.
    Più che strettamente malvagia, Xura è suscettibile e rancorosa. O almeno lo era prima di mutare. Con l’andare del tempo, i tratti più caotici della sua personalità si sono accentuati e ha iniziato ad apprezzare la prospettiva di essere la dea del caos e dell’oscurità, l’ingannatrice, colei che manipola la verità fino a farla diventare qualcos’altro.
    Ha un rapporto complicato con Elitha e piuttosto pessimo con i suoi fedeli. Se ha l’occasione di causare loro un po’ di malasorte, probabilmente lo farà. Dal canto loro, scrittori e mestieranti della parola di solito danno la colpa a lei, quando non trovano le parole giuste (“Xura mi ha di nuovo rubato le parole di bocca!”) o quando l’ispirazione manca (“Xura fa chiasso e non riesco a sentire Elitha che sussurra…”) e in svariate altre casistiche.
    Pur non avendo propriamente creato è drow, è la diretta artefice della mutazione che hanno subito dopo la discesa nelle Grotte della Notte Eterna: in lutto per la perdita della sua bellezza, ha voluto imporla su di loro per conservarne almeno una traccia.


    Rapporto con i mortali

    ❧ I drow la venerano come loro creatrice, una sorta di Grande Madre da lusingare con le preghiere e omaggiare con ogni sorta di doni, nella speranza che Ella (pronome che utilizzano esclusivamente nei suoi riguardi) conceda loro il Suo favore.
    ❧ Gli elfi non la venerano, ma nemmeno osano offenderla, per paura che inneschi una Seconda Guerra. La associano al settimo mese dell’anno e ritengono che tutto ciò che è connesso a quel mese (e, in generale, al numero sette) sia sfortunato.
    ❧ I fatati non la amano. Pur essendo stati toccati solo marginalmente dalla guerra elfica, la temono come fosse un potenziale predatore.
    ❧ I feral hanno nei suoi riguardi un rapporto spesso conflittuale: la riconoscono come vicina, perché in origine era una lamia e ora è comunque un’aracnide, ma la sua mutazione è un segno tangibile della sua caduta. I maridi in particolare sentono questo conflitto perché la vedono come una figlia ingrata, ma al tempo stesso temono che lei li prenda di mira quando salgono in superficie. Non mancano i casi di quanti la usano come esempio per ammonire i figli.
    ❧ I genasi la vedono come una traditrice e non le perdonano l’aver suscitato le ire di Kamalai. In generale, la biasimano per aver irritato sia suo padre, sia la Terra.
    ❧ I licantropi sono talvolta affascinati dal suo essere l’incarnazione dell’oscurità, ma di solito non la venerano, avendo un rapporto abbastanza stretto con Elitha.
    ❧ I mezzelfi la temono, di solito, a prescindere dal genitore con il quale hanno vissuto e tendono a evitare di irritarla, se possono.
    ❧ I nani la disprezzano. Non le perdonano l’aver invaso le loro grotte con le sue creature e fanno del loro meglio per dimenticarsi di lei, ma non osano cancellarla per paura che ciò che lei ha fatto agli elfi si ripeta. Ritenendo di essere più saggi degli orecchie-a-punta, si sforzano di non manifestare troppo apertamente le loro opinioni su di lei.
    ❧ Le ninfe non la amano. Non solo le driadi e le naiadi ricordano la devastazione provocata dalla Grande Guerra, ma le nereidi ritengono (e hanno convinto le naiadi e le driadi di questo) che se Dirhalen si è rifiutato di aiutare sua figlia deve aver avuto delle ottime ragioni, essendo egli un dio giusto e saggio.
    ❧ Gli orchi e i mezzorchi la temono e la rifiutano, essendo lei la signora degli inganni e dunque del tradimento, oltre che dell'oscurità, che li rende ancora più vulnerabili.
    ❧ Gli umani hanno nei suoi confronti un comportamento tanto variegato quanto lo sono i loro comportamenti, ma solitamente tendono a vederla come una dea “dei drow” e a ignorarla.
    ❧ I vampiri adottano nei suoi confronti gli atteggiamenti della razza di provenienza, ma non di rado a scopo puramente cosmetico: la loro immortalità, dopotutto, li autorizza a sentirsi indifferenti nei confronti degli dèi.


    Rituali

    ❧ Le Sue sacerdotesse indossano pepli color “rosso purosangue” in onore del colore dei suoi occhi nelle occasioni ufficiali. Sono le uniche a poter indossare il bianco come colore di lutto.
    ❧ La Somma Sacerdotessa (una per città-stato, per ora) veste di nero, il colore del corpo da aracnide della dea.
    ❧ Nelle cerimonie in suo onore, le sacerdotesse fanno ampio uso di incense dall’odore forte e persistente che a lungo andare deteriora l’olfatto dei drow – pratica che le nobili cercano di disincentivare, spesso fallendo.


    Festività

    ❧ Il 14 vushar è per i drow il Giorno dell’Esodo, in cui i maschi delle varie famiglie fanno ammenda per aver perso la Guerra. Come primo atto chiedono perdono alla femmina più alta in grado nella famiglia, che cosparge il loro capo di cenere (preferibilmente d’incenso profumato) e gli affida la vittima sacrificale da condurre al tempio. Se non la ricevono, la vittima sacrificale sono loro stessi. Si recano quindi al tempio in processione e di solito è un’ottima occasione per le femmine di esibire il proprio potere offrendo vittime pregiate, incluse creature della superficie, ma anche talvolta di liberarsi di qualche familiare scomodo.

    ❧ Il 6 nishar è per tutti i drow la Giornata della Rinascita, ossia la data in cui I loro antenati (o loro stessi) si svegliarono mutati. In questa ricorrenza, le sacerdotesse rendono onore a Xura offrendo il proprio sangue.


    Edited by Maððie - 8/7/2023, 19:24
85 replies since 27/4/2008
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