Posts written by dany the writer

  1. .
    Vis Revar L'Estant

    «Disponete di lui come ritenete meglio, ma dovremo trovare una giustificazione per quello che è successo ieri.»
    Poteva essere un'idea quella di riunire tutta la sparuta sudditanza e manipolarne la memoria? Ricordava di uno stato che l'aveva fatto, ma non gli veniva in mente come fosse finita.
    No, non ne valeva la pena. La soluzione più efficace, una volta ancora, poteva essere la più semplice.
    «Non lo possiamo rimandare da vostra madre», avrebbe detto, scoccando un cenno al prigioniero. «E non ha alcun senso sobbarcarsi la spesa di mantenerlo in vita in una segreta. Premesso che quest'ultima idea è anche estremamente noiosa.»
    Le labbra di Vis si piegarono in un mezzo ghigno.
    «La versione ufficiale è che durante il varo abbiamo catturato una pericolosa spia al servizio dei nostri nemici.»
    Non era necessario specificare quali nemici. Tutti lo potevano essere, prima o poi.
    «E come ben saprete meglio di me, la versione ufficiale è quella che conta di più. Le altre sono dicerie e vivono poco prima di cambiare con il vento. Quindi direi che posso ucciderlo.»
    Perlomeno sarebbe stata una noia in meno. E poi gli sembrava di non aver ucciso qualcosa da più di anno. Forse era il caso di recuperare il dottor Boji e chiedergli in merito a quelle sensazioni. Tra tutti, lui poteva avere una spiegazione.
    «Ora, se avete in mente una particolare morte per lui, l'accolgo con favore. Altrimenti, posso semplicemente tirargli il collo.»
    Mmmh, a pensarci bene quello era banale. Avrebbe potuto sgozzarlo, oppure aprirgli la carotide e strappargli le corde vocali. Oh, il mondo offriva così tante possibilità e la carne era così malleabile!
    Alla fine dei conti, bastava solo avere un po' di sana immaginazione.
    Quello scarafaggio è così debole che non vale la pena di dissanguarlo...

    Edited by Maððie - 24/9/2023, 10:13
  2. .
    Ciao, Lady Rhea! Benvenuta qui da noi! ^^

    I biscotti di Hisae hanno l'abitudine di svanire in briciole, ma ufficialmente nego ogni coinvolgimento con la loro sparizione e comunque non mi prenderete mai!
  3. .
    Ciao, GiroPerIlWeb! Benvenuta!
  4. .
    Biscotti? BISCOTTI?!
  5. .
    Benvenuto, Steel!


    Beh, non vedo l'ora di vederti operare per popolarlo un po'!
  6. .
    Vis Revar L'Estant

    "I vostri pensieri in merito, capitano?"
    Quel magazzino era noioso. Non c'era niente d'interessante, escluse le anfore. Le anfore potevano sempre tornare utili; ci si poteva stivare dentro olio, vino, sangue fresco o alcune tipologie di graminacee e occupavano poco spazio.
    Se avesse trasformato quel magazzino vuoto in un magazzino pieno? In cambio di una percentuale sull'incamero, poteva offrire un luogo refrigerato e sicuro dove stipare merci.
    E metterlo alle dipendenze palatine avrebbe garantito un guadagno d'entrata. Non è lo Aghairò di Mykrenika, ma nemmeno quello è sorto in un giorno solo.
    Era un'idea da implementare.
    "Abbiamo già dei nemici, Vostra Maestà." Grattò il pavimento con la punta dello stivale, rimediando un cerchio sbiancato in mezzo al grigio. "E di loro sappiamo meno di quel che vorrei e più del necessario per sapere che sono la minaccia attuale al regno. Non possiamo combattere a nord, sud, est ed ovest con una nave e venti anime."
    In futuro, con una forza militare più solida? Poteva essere. Esistevano dei domini vampiri e quando si era invischiati con una simile compagnia, i morti potevano diventare reclute indefesse e con poche pretese.
    Ma non era quello il momento.
    "Dobbiamo scegliere le battaglie che possiamo vincere. E combattere vostra madre, al presente, non è nell'interesse del regno. Ci metterebbe molto a raggiungerci con una forza cospicua e..."
    Si guardò attorno. "Con una buona dose di fortuna e operazioni di guerriglia, potremmo storpiare un primo assalto. Colpirli in transito nei fiordi sotterranei potrebbe fruttare degli scafi e dei prigionieri, ma salvo uno straordinario colpo di fortuna, sarebbero pedine."
    C'erano due maniere di vincere un dominio drow. Entrambi richiedevano più risorse di quelle che loro avevano a disposizione.
    Suscitare una serie di imbarazzanti disfatte avrebbe causato una successione improvvisa nella gerarchia, e un'invasione diretta l'avrebbe rovesciata in modo diretto.
    Per entrambe, servivano più corpi, scafi e armi di quelle che avevano. "Mi dispiace dirlo, ma non siamo Arevril. Non abbiamo centomila elmi e cinquecento navi, per ora. E non credo sarebbero interessati a noi, ora come ora. Mi dispiace ancora di più considerare che lo scarafaggio..."
    Se l'avesse impalato e portato in quella stanza, quanto a lungo sarebbe stato in grado di mantenerlo in vita? Tre giorni? Poteva fare di meglio, ma era troppo sforzo per uno scarafaggio.
    "Vi risulta più utile da vivo che da morto, al momento."
    Per ora.
    "O, ancora meglio, da tragicamente disperso nei cunicoli. Dopotutto, non è mai arrivato da noi. Che disdetta..."
  7. .
    Gli Horny Men Horned Men Uomini Cornuti non sono una minaccia recente, per così dire. Fino ad alcuni anni fa, la Costa dell’Aurora era già avvezza a raid e incursioni perpetrate da piccole bande di guerrieri. Nell’area non ci sono grandi centri urbani e manca una rete di città, ma ci sono molti paesi e paeselli ed è tutto tranne che disabitata.
    Tra pastori e piccoli coltivatori, spesso abbandonati lì dal crack commerciale della Reale Compagnia di Hyrle, c’è una popolazione sufficiente a mantenere una tentata economia di scambio. E questo vuol dire pirati e predoni, da mondo a mondo.
    Ecco, gli Uomini Cornuti erano uno di questi gruppi di razziatori. Uno senza una particolare nomea, parte dello stesso grappolo a cui appartengono i Piedi Fetenti, gli Skald delle Ossa, gli Uomini-Tonni e altri gruppetti che hanno una loro proto-cultura.

    Questo è cambiato negli ultimi anni, quando gli Uomini Cornuti sono cresciuti in numero, ambizioni e, soprattutto, capacità. Da una banda con una o due navi sono diventati una forza che può proiettarsi per i fiordi e le coste con relativa impunità, lanciando più e più raid in contemporanea o imponendo tributi in cambio di protezione a paeselli come quello di *****. Sono diventati capaci di forgiare le proprie armi, cosa che fanno, e di reagire a un pericolo con ammirevole rapidità.
    Soprattutto, da un’originaria cultura tribale e leggermente ostile agli stranieri sono diventati una forza militare di stampo chiaramente xenofobo, acculturata da una mano ignota che, al di là di trasmettergli cose come la scrittura e la metallurgia, gli ha passato l’idea che questo mondo fosse umano in origine e sia solo degli umani. Le altre specie possono scegliere se emigrare altrove, e non gli importa dove, o morire. Da scialuppe e piccole navi lunghe sono passati a poter varare drakkar e baleniere e da un nucleo ridotto e chiuso sono diventati capaci di stringere affari e fare proselitismo anche in grandi città. Il loro nome deriva dai loro classici elmi cornuti, che si riteneva fossero solo cerimoniali e invece sono usati durante lo scontro, per quanto scomodi. Probabilmente l’immagine conta più dell’utilità, in questo caso.
    In origine avevano armi di bronzo e, più raramente, di ferro. Ora hanno armature, armi di metallo, le capacità per produrle e stanno forzando la zona a adottare le loro monete e la loro cultura. Mirano molto agli insediamenti minerari, come il paesello di *****, o agli empori abbandonati dalla Reale Compagnia.
    Non si è al corrente di chi li comandi, sono molto privati su questi dettagli, anche se girano voci che un vascello pirata lì nel Mare dell’Aurora abbia già altre volte intaccato o ostacolato i loro piani, colpendoli dove poteva. Di recente è sparito e c’è chi giura di averlo visto scendere sottoterra attraverso fiordi e canali, verso chissà quale destinazione. Quel vascello potrebbe saperne di più, ammesso che sia possibile ritrovarlo.
    Quel che è certo è che più tempo passa, più gli Uomini Cornuti crescono in capacità. Da semplici razziatori a un esercito organizzato, con una propria lingua segreta e oscuri metodi di comunicazione. Da una fazione geograficamente ristretta a una piovra che si sta allungando verso le grandi città; chi può dire che non siano gli esordi di un prossimo impero?
    Quel che è certo è che non sarebbe clemente con le specie estranee a quella umana...

    Edited by Maððie - 1/7/2023, 15:21
  8. .
    Vis Revar L'Estant

    "Tornare a casa, sorella."
    Vis Revar fece saltellare il rasoio dal polpastrello del medio a quello dell'indice. Una richiesta fattibile, quella. Un pezzo alla volta, sì.
    "E tenermi la testa attaccata al collo."
    "Quello mi chiederebbe una scatola più grande di quella che ho voglia di cercare per te." disse Vis, occhieggiando al proprio braccio destro. Testa più collo era almeno un buon mezzo braccio di legno. E lucchetti. "Spero tu non pretenda anche le spalle, scarafaggio. O le scapole."
    "Mon capitain?" lo interruppe Dùsh. "Ma voi non avete la sensazione di essere rimasto congelato in questa stanza per dieci mesi?"
    "Nove mesi" lo corresse Vis, guardando verso il fondo della sala. "Nove mesi. No, no, dieci. Mogano, a proposito. Mogano."
    "Mogano?"
    "La scatola."
    Lo scheletro schioccò i denti. "Non vi seguo."
    "La scatola dove mettere i suoi pezzi" rispose Vis, scoccando un cenno a Itreya."Mi piace come legno, ma non lo userei mai per uno come lui. Non lo vale."
    "Ah."
    "Secondo me non vale neanche il legno di balsa" commentò Pierre. "E quello è, tipo, il peggior legno che potremmo trovare."
    "Ogni cosa per te è la peggiore che potremmo trovare."
    "Sono molto selettivo, Ossa."
    "Troppo!"
    Ignorando i suoi due compagni, gli occhi di Vis passarono dal guardare il niente allo squadrare la porta. Dieci mesi!* "Quindi, non sei qui per trattare, non sei qui in missione, non hai alleati..."
    Gettò il rasoio nelle mani di Dùsh, che lo ripose nella scatola.
    "Chi sentirebbe la tua mancanza?" Intrecciò le mani, facendo attenzione a che lo schioccare delle dita fosse ben chiaro. "Per come la vedo, se ora decidessi di strapparti un polmone, nessuno sarebbe in grado di ricondurlo a noi. La gente sparisce di continuo, dopotutto. Ancora di più per mare."
    Si chinò in avanti, sfiorando il viso del prigioniero con il proprio. "Trrragiche circostanze. Tragiche." E girandogli attorno, Vis gli infisse un'unghia sotto l'orbita sinistra. Tirò verso l'alto, appena il necessario per lacerare la pelle senza scendere in profondità. "Un drow dilaniato da bestie feroci del sottosuolo, tritato e masticato e poi rigettato e poi masticato ancora e ancora..."
    Interrruppe il solco e strofinò il dito sulla casacca di Itreya per ripulirlo. "Perfino il tuo sangue è disgustoso."
    Unto. Quello di qualcuno che aveva una dieta ricca, ma poco equilibrata.
    "Ti direi di stare attento alla gotta, ma non vivrai abbastanza da soffrirne." Si volse verso Dùsh. "Tranciagli un dito."
    "Sì, capitano."
    "Tieni su quell'accento!"
    "Oui, mon capitain..."
    "Allora, visto che ci tieni... quale pezzo vuoi perdere per primo? Al di là del dito, quello è solo perché la tua esistenza mi infastidisce e sentirti strillare allevia di poco il disgusto che ogni tuo respiro mi suscita."

    *OOOOOOW! My window! Again!
  9. .
    Benvenuto! Prenditi il tempo che ti serve per ambientarti; il mondo di Linelor è alquanto vasto, ma con calma si fa tutto
  10. .
    Nelle profondità di Ryl'eth, il grande Cthulhu aspetta che le stelle siano allineate...
  11. .
    Benvenuto, Kanny!
  12. .
    Benvenuto Rogrimm! Tanto entusiasmo fa piacere!


    Vediamo come sarà questo personaggio, allora!
  13. .
    Vis Revar L'Estant

    «Dai, Adalia, sappiamo entrambi che di chiunque altro avresti rimandato indietro le orecchie e la lingua in una scatola.»
    Oh, no. La lingua no. Proprio no. Assolutamente no.
    Marciva troppo in fretta.
    «Questa è un’idea. Prendete nota, capitano: visto che la kyne nostra madre ci ha omaggiato di un simile regalo, glielo restituiremo… un pezzo alla volta. E nel frattempo cercheremo di cavarti qualcosa di utile da quella bocca bugiarda, prigioniero. Gioisci: sei finalmente diventato utile.»

    L'idea, però, non era affatto male. Non c'era una qualche famiglia con la passione per quel genere di regali ai suoi avversari? Aveva qualcosa a che fare con i pugnali, se non ricordava male. Cosa che, comunque, poteva essere.
    Schioccò la lingua, gli occhi rivolti al soffitto. Non riusciva a ricordarsi il loro nome, ma sentiva di averlo sulla punta della lingua. Oh, beh; se non ci riusciva, allora non era così importante.
    "Eppure era qualcosa con i pugnali..." mormorò prima di espirare. Non ne aveva alcun bisogno, ma le apparenze volevano la loro parte. Per il momento, di nuovo.
    "A proposito di un pezzo alla volta..." disse Vis Revar, facendo un passo verso il prigioniero.
    Nello scambio tra la Regina e lo scarafaggio con diciannove dita e una sola gamba buona c'era stato un punto che l'aveva alquanto infastidito. Non erano affatto inezie e permettersi di scavalcarle in quel modo poteva essere un cattivo precedente. Lanciò lo scalpello a Dùsh, che prese a pulirlo dal sangue con un panno imbevuto d'aceto.
    Tesi i muscoli del braccio destro, Vis picchiò un gancio destro contro la mandibola dello scarafaggio. Sentì le sue nocche impattare contro la carna e l'osso, comprimendo la prima e facendo rinculare il secondo. Lo schiocco gli riverberò nei timpani, subito seguito dal ritmico ridere di Dùsh. Lo scheletro aveva un'esilarante risata, monotona e ticchettante.
    "Direi, capitano, che se questa fosse stata l'arena dello Sqateiqòl sareste il nuovo campione."
    "Non credo, monsieru Dùsh" commentò Vis, rilassando la mano. "Non sta andando a fuoco niente."
    Lo scheletro tornò a ridere, poi si chinò a risollevare in piedi la sedia alla quale era stato incatenato Itreya. Il colpo l'aveva capovolto, facendolo cadere con i piedi all'aria.
    "So che è sbagliato cominciare un'amichevole scambio di domande e risposte con una carezza al capo..." esordì Vis, facendo cenno al suo sergente di risvegliare Itreya. "Ma quando si parla ai reali si usa il voi."
    L'etichetta era importante.
    "Le buone maniere non sono di casa dalle parti da cui viene questo sgorbio" commentò Pierre, sbuffando dalla sua pipa. "Senza offesa a voi, Vostra Maestà."
    "Dove hai trovato quella pipa?" gli chiese Dùsh, inclinando il capo. A modo suo, era una maniera di apparire torvo. Non avendo sopracciglia, o ciglia, o muscoli, il suo solo modo di esprimersi in quel senso stava nel come muoveva il capo. Per capirlo serviva solo un po' di esperienza.
    "L'ho trovata."
    "Sì, ma dove? E quando?"
    "Quando stavo aspettando! Tre mesi sono un sacco di tempo."
    Incrociate le braccia contro l'armatura, Dùsh soffiò tra i denti. "Sei strano. Come quei tuoi compagni fabbri, dici cose strane."
    "Segreti nanici."
    "Temo che qui stiamo andando un po' fuori rotta" esordì Vis, temendo l'allungarsi di quel loro teatrino. "Monsieur Pierre, può gentilmente destare il prigioniero?"
    "Oui, monsieur" disse il nano, saltando in piedi dal suo sgabello portatile. Finse di togliersi un cappello che non aveva, poi raccolse un secchio e lo vuotò sul viso dello stordito scarafaggio.
    "Grazie molte, monsieur Pierre."
    "Ah, dovere mio capitano. Peccato non avere dell'olio bollente..."
    "Quello è uno sperpero" gli disse Vis Revar, incrociando le mani dietro il petto. "La calce viva costa meno!" Afferrò la mandibola di Itreya e lo spinse avanti e indietro, come se fosse un bambolotto. Dopo qualche ondeggio, il prigioniero sputò un denso grumo di sangue che ticchettò sul pavimento, il suo rumore rapido a svanire contro gli angoli della stanza.
    Per tutta risposta, Vis aggrottò la fronte e rafforzò la sua stretta. "Non si sputa in casa altrui." ringhiò, affondando le sue unghie nella carne finché il medio e l'indice non cominciarono a grattarne la carne. Rilassata la stretta, guardò al pavimento.
    "Un premolare e un molare, comunque? Se non altro, possiamo dire che hai dei buoni denti." Ritrasse la mano, che strofinò su di un panno offertogli da Pierre. "Pardon, che avevi."
    "Ah, il suo sorriso mi dava fastidio!" borbottò Dùsh, prendendo dalla cintura degli arnesi un paio di pinze in ferro battuto. "Posso prendere anche gli incisivi? Al mercato possono valere qualche soldo!"
    "Dovremmo procurarci un dottore" Vis scosse la testa. "Un mercato dei denti non è una cosa rispettabile. Ah, se solo avessimo quella buon anima del dottor Boji!"
    Pierre sollevò la pipa in suo onore. "Un luminare dell'arte medica!
    "Un vero galantuomo!" aggiunse Dùsh, prima di guardare altrove, come se davanti avesse lontani orizzonti invece che una parete sotterranea*
    Un po' irsuto, ma non era niente del quale dargli difetto. Era proprio un peccato non averlo a portata di mano. Attratto un rasoio alla sua mano con un piccolo incantesimo, Vis roteò la lama tra le dita.
    "Ora, tornando a noi..."
    Avvicinò la lama del rasoio all'orbita destra di Itreya. Appoggiò il filo, spingendolo con il pollice. "Quanto è alta la tua soglia del dolore? Perché, vedi, vorrei proprio sapere con chi ha parlato tua madre prima di spedirti qui. Prova a ricordare. Nessuno ti forza, comunque. Se non lo farai, sai, potresti scoprire com'è la sensazione di una lama fredda che si porta via la pelle attorno all'occhio. E poi magari l'occhio stesso. Sai che puoi restare cosciente mentre penzola?"
    Roteò di nuovo la lama, ridacchiando tra sè e sé. "Anche per ora. Come quando si viene impalati. Se si è bravi, e ti assicuro che lo sono, si può mantenere la vittima cosciente per giorni."
    Sorridendo come un gatto, Vis girò intorno alla sedia. "Allora, con chi ha parlato? Nomi, facce, identità. Non darmi la versione che ha deciso da sola, spedendo solo te. Sei venuto senza una scorta, camuffato... c'è altro sotto. O qualcuno."
    Un guizzo gli attraversò il viso, portandolo a incidere la fronte del prigioniero con il rasoio. "Ma certo, quei gentiluomini dell'Uomo Scuoiato! Ecco chi."
    "Capitano?" chiese Dùsh.
    "Non mi ricordavo un particolare, ma adesso mi è venuto in mente. Capita, sono alcuni secoli che non navigo da quelle parti. Troppe lucertole volanti. E troppi buffoni con i capelli platinati..."
    "Non colgo."
    "Meglio, meglio..."

    * 07
  14. .
    CITAZIONE (Kazumi92 @ 1/4/2021, 01:45) 
    grazie dany the writer :D

    Figurati! Fai con calma scheda e altro, nessuno ti rincorre! ^^
  15. .
    Benvenuta, Kazumi!
121 replies since 7/1/2012
.